MarvelIT presenta:

di Tobia Brunello

(con la partecipazione di Mr. T e Sergio Gambitt)

 

ULTIMATE EDITION n.1

 

 

Gambit #1

HO CHIUSO IL GAS?

di Tobia Brunello

(Nota di continuity: questa storia si svolge dopo pagina 5 dell’episodio di Gambit su X-MEN DELUXE 70)

 

Istituto Xavier, Salem Center, Westchester, New York 9.30. Remy LeBeau, conosciuto come Gambit, sta guardando la televisione nella sua attuale sistemazione, la rimessa per le barche della tenuta, sforzandosi di contenere i suoi poteri ulteriormente accresciuti*. Una volta doveva toccare le cose per caricarle di energia cinetica, ora gli basta solo guardarle, e deve stare attento a non farlo per sbaglio. Si volta di scatto quando sente bussare nervosamente alla porta. "Chi è?"
"Remy, sono io, Jake! Apri, devi aiutarmi!"
Gambit apre la porta: Jacob Gavin Jr (o forse sarebbe meglio dire Jaqueline, visto l’aspetto attuale**), il Corriere, si precipita all’interno, visibilmente sconvolto.
"Jake?!? Cosa ti prende? Come diavolo sei arrivato fin qui?"
"Non c’è tempo, devi aiutarmi! Vuole uccidermi!"
"Chi vuole ucciderti"
"Io me ne ero scordato… era solo un incarico come un altro, è il mio lavoro, non posso…"
"Calmati!!! Chi ti vuole uccidere?"
"Deadpool!" La sagoma del mercenario si presenta sulla porta.
"Jacooob, tesoro! Sono a casa!"

*X-MEN DELUXE 70
** dopo gli eventi di MARVEL MIX 34 l’aspetto naturale del Corriere è quello femminile

Cattedrale di Cristallo del Nuovo Figlio. L’enigmatico essere osserva la scena che si sta svolgendo a chilometri di distanza. "Uhmm… avrei dovuto prevederlo. Se sarò fortunato Deadpool ucciderà Gambit, in caso contrario… dovrò’ eliminarli tutti e due. Avrei dovuto pensare tempo fa a Deadpool, ma a quanto pare anch’io posso sbagliarmi. Nel frattempo, mi dedicherò ai bersagli secondari."

Tenuta Xavier. Deadpool tiene sotto tiro il Corriere, ma a Gambit basta solo uno sguardo per caricare di energia la pistola del mercenario e farla esplodere.
"Ehi, cajun! Fa male! Insomma, non mi sembra una cosa carina da fare ad un ospite. Dov’è finita l’ospitalità del Sud? E poi, da quando in qua fai esplodere le cose solo guardandole? Avevo sentito dire da molte ragazze che i tuoi occhi sono una bomba, ma non credevo si riferissero a questo!"
"Wilson, zitto! Dimmi perché sta dietro il Corriere, subito!"
"Vedi, il tuo amico, tempo fa, ha consegnato un contratto che riguardava il sottoscritto, e adesso voglio sapere chi è stato così stupido da assoldare quel deficiente di Commcast per farmi la pelle. Insomma, uno crede di essersi fatto una reputazione, se uno vuole farmi fuori può assoldare Bullseye, Sabretooth… cacchio, anche Crossbones sarebbe andato bene, ma Commcast?"
"Ok, Wilson, ho capito! Stai zitto!"

"Uh, che caratteraccio! Ma d’altronde ce l’avrei anch’io se stessi con una come Rogue e non potessi neanche toccarla. A proposito, sai niente di SyriIEOWH!" la fibbia dei pantaloni di Deadpool esplode, lasciando il mercenario in mutande.
"Siamo permalosi, eh? Comunque ora è meglio che il tuo amico parli, altrimenti assaggerà le mie lame, e ti assicuro che neanche tu riuscirai a fermarmi, cajun!"
"Jake, diglielo!"
"Ma non posso! Ho un segreto professionale da mantenere! Non puoi chiamare i tuoi amici X-Men?"
"Non voglio coinvolgerli in queste faccende, e comunque ti può uccidere e sparire di qui prima che io possa fare qualcosa!"
"Ahhh… ma perché non ho fatto amicizia con Cable invece che con te? Va bene, Deadpool, ti dirò quel che so."
"Ehi! Quella battuta su Cable non mi è piaciuta, insomma, ha avuto solo fortuna, uno viene sconfitto una volta** e…"
"Wilson, non riesci a stare zitto?"
"Ok, ok… Allora Gavin, chi è che voleva farmi la pelle?"
"Nyko Halfghanaghan, non so se hai presente…"
"Chi? Aspetta… Halfghanaghan hai detto? Uhmm, il carceriere di Tolliver, Pico, si chiamava così!"
"Esatto, e il fratello, Nyko, voleva vendicarne la morte."
"Ma cosa c’entro io? È stato Cable ad ucciderlo***!"
"E che ne so io? Sono solo un Corriere!"
"La faccenda mi puzza… Gambit, sei ancora in debito con me per quella storia a Gerusalemme, ricordi? Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a venire a capo di questa storia, e dato che gira voce che ci sia una taglia anche sulla tua testa…"

*MARVEL MIX 3/4
**X-FORCE 0
***X-FORCE 9

"Cosa sai, Wilson?"
"Quello che ti ho detto, stranamente chiunque abbia messo la taglia su di te non mi ha contattato, quindi per me questo è già un buon motivo per vederti vivo."
Gambit riflette: una persona che per lui si avvicina molto ad un amico è minacciata da un mercenario logorroico, sulla sua testa c’è una taglia. Sa bene che se la voce si sparge rischia di mettere in pericolo gli X-Men. Bullseye, Zaran, Batroc, Crossbones, la Loggia degli Assassini e chissà chi altri potrebbero attaccarlo in ogni istante, mettendo in pericolo costante non solo lui ma anche il resto degli X-Men, non abituati a combattere contro assassini che strisciano nell’ombra e colpiscono alle spalle…
"Credo che mi farà bene cambiare aria per un po’. Deadpool. Dove andiamo?"
"Beh, intanto ci teleportiamo da qualche altra parte, non vorrei avere un rendez-vous con Wolvie o con Cable…" Nell’istante in cui Deadpool preme il pulsante di un telecomando, il terzetto si ritrova in uno squallido appartamento a Manhattan?"
"Cosa hai fatto, Wilson?"
"Ce ne siamo andati dal grande rifugio mutante, mi sembra chiaro, no?"
"Potevi dirmelo, avrei avvertito gli altri, gli avrei lasciato un biglietto…"
"Uh, quanta preoccupazione per della gente che ti abbandona nel bel mezzo dell’Antartico*, eh?"
"Va’ al diavolo, Deadpool! Jake, dove possiamo trovare Nyko?"
"Uhmm, senti, dovrei fare una telefonata."
"Il telefono è laggiù!" dice Deadpool indicando una porta. Il Corriere entra nella stanza, e ne esce disgustato
"Cacchio, Deadpool, ma proprio il cesso dovevi metterlo il telefono!"
"Farà un po’ schifo agli ospiti, ma è il posto più comodo, pensaci un attimo…"
"Vabbè, fammi fare questa chiamata… Pronto, Wypex? Senti, ho bisogno di un’informazione: dove posso trovare Nyko Halfghanaghan in questo periodo?"

*GLI INCREDIBILI X-MEN 100

"Allora?"
"Beh, mi ha detto che Nyko è a Gibilterra."
Remy ha uno scatto
"Gibilterra? Diamine, Jake… odio gli inglesi!"

 

Continua…

 

 

Note dell’autore:

È iniziata l’avventura di Gambit che lo portera’ alla resa dei conti con il Nuovo Figlio: per chi non lo sapesse, costui è un misterioso ed ambiguo essere determinato a portare la pace nel mondo. Gambit crede nel suo progetto, e per questo l’ha aiutato, così come il Corriere. Ma nei piani del Nuovo Figlio c’è anche la morte di Gambit… e fate attenzione quando il Nuovo Figlio afferma che avrebbe dovuto sistemare Deadpool tempo fa…

 

 

 


Gambit #2

RAGGIUNGENDO IL FONDO

di Tobia Brunello

 

Gibilterra. In quest’ultima roccaforte del potere coloniale del Regno Unito sul mondo, nonostante il clima mediterraneo, i pub restano fedeli alla tipologia britannica. Il fumo satura l’ambiente, creando degli affascinanti giochi di luce ogni volta che si apre la porta e penetrano dei raggi luminosi. Il rumore di sottofondo è costituito da parole biascicate, grasse risate e dal violento cozzare dei boccali. I rubinetti della birra non conoscono un attimo di tregua. Deadpool e Gambit sono seduti ad un tavolo, in abiti civili. Un induttore di immagini maschera il volto sfigurato di Wade Wilson. Gambit appare nervoso.
"Odio gli inglesi!!!"
"Ehi, mica sono inglesi veri e propri! E poi è la quarta volta che me lo dici nell’ultima mezz’ora, cajun! Detto poi da uno che vive insieme ad una tipa come Psylocke…"
"Wilson, è già la seconda battuta che ti sento fare sulle mie "colleghe". Non avrai mica voglia di entrare negli X-Men?"
"Certo, se prendono te prendono chiunque, ma non vedo il guadagno nel proteggere un mondo che ti teme e ti odia… Non vi sentite ridicoli con quest’etichetta addosso?"
"Non puoi capire, Wilson… sento di poter fare finalmente qualcosa per migliorare il mondo stando con gli X-Men…"
"Si, certo… Fare in modo che Genosha cada in mano a Magneto per esempio…"
"Wilson, possibile che tu debba essere sempre così disfattista?"
"Cosa ci vuoi fare, io mica vivo nella tranquillità di Westchester, dalle mie parti si pensa esclusivamente a sé stessi… hai presente vero?"
"Più di quanto immagini…" Il volto di Remy si fa ombroso, mentre entra nel locale il Corriere. Deadpool si rivolge al nuovo arrivato con fare seccato:
"Allora? Hai scoperto dove si trova quel nano malefico di Nyko?"
"Certo… ragazzi, ma un posto migliore dove incontrarci non esisteva?"
"Non fare tanto lo schizzinoso, Gavin. Dimmi quello che hai scoperto!"
"Tra un attimo!" E così dicendo il Corriere si dirige verso la toilette.

Genosha. Un laboratorio all’avanguardia, ormai in rovina, nascosto sotto la superficie di Baia di Hammer. Una figura rovista tra le rovine.
"Finalmente!!! Se riesco a decodificare questo disco, la razza mutante sarà salva!!!" In quel momento, la sagoma dello Sugar Man si proietta sul muro, e l’intruso si dilegua silenziosamente.

Credeva di aver visto tutto nella sua vita: scienziati orrendamente deformati da un gas sperimentale, i laboratori di Sinistro, la Terra Selvaggia, la New York del 1894… era stato addirittura una cavia del folle genetista, ma nulla avrebbe potuto preparare Jacob Gavin Jr. alla vista che gli appariva davanti a sé: il bagno di un pub a Gibilterra, l’unico posto al mondo che coniuga la mancanza di igiene inglese all’inefficienza tecnica marocchina. Facendosi coraggio, si dirige verso gli orinatoi, facendo a meno di chiedersi cosa stia calpestando.
Nel frattempo Gambit e Deadpool sono ancora seduti al tavolo. Remy si accende nervosamente una sigaretta.
"Silk Cut? Come mai fumi quelle paglie inglesi? Ti vedevo più un tipo da Marlboro Rosse, in pacchetto morbido, per di più!"
"È una lunga storia, quando sono in territorio inglese mi torna in mente un’avventura da brivido che ho vissuto tempo fa con un bastardo che fumava ‘sta roba… roba da brividi, te lo assicuro, tra demoni e magie*… Jake, finalmente!"
"Scarpe di Prada… dannazione… sentite, quello che so è che Nyko frequenta una ragazza, una prostituta…"
"Lo dici quasi con disprezzo." Interviene Deadpool, visibilmente seccato**
"Scusa! Comunque, mi hanno detto che durante il giorno frequenta questo posto… ecco, dovrebbe essere quella al banco." Gambit si volta: la ragazza è carina, non bellissima, pesantemente truccata. Fuma nervosamente, come se fosse in fuga da qualcuno.
"Lasciate fare a me!"

*Forse un giorno leggerete questa storia su MarvelIT Presenta… avete capito di chi si tratta?

**Rileggetevi ALPHA FLIGHT/DEADPOOL 0 e capirete il perché

Remy si avvicina alla ragazza, la quale resta immobile a fissare l’entrata.
"Excuse moi, hai da accendere?"
"L’accendino è sul banco, prenditelo!"
"Merci! Sembri piuttosto nervosa, cheriè. Posso offrirti qualcosa da bere?"
"Ah! Ci vorrà ben più di un drink, amico… <Gasp>!" La ragazza si volta verso Remy, e ne è come rapita.
"Mi offendi, cherié!
Je m’appelle Remy!"
"Maria!"
"È il tuo nome o un’esclamazione?"
"Ehm, è il mio nome. Ma che ci fa un fusto come te in un postaccio del genere?"
"Non mi sembra un postaccio, se frequentato da un fiore come te!"
Deadpool e Corriere osservano la scena divertiti.
"Come diavolo fa? Diamine, quel ragazzo riuscirebbe a far sciogliere anche Man-Killer!"
"Eh già… pure io a volte mi sento quasi… attratto da lui, da quando sono di forma femminile!"
"Uhmm, sembrerebbe una sorta di potere ipnotico sul sesso debole… ma perché certa gente ha tutte le fortune? Andiamo, torniamo in albergo, se Gambit scoprirà qualcosa ce lo dirà!"

Un’ora e mezza dopo. Remy osserva la ragazza avvolta dalle lenzuola, persa tra le braccia di Morfeo. –Un’altra che ho tradito…– Pensando questo, Remy la bacia sulla fronte, afferra un’agendina e richiude la porta della stanza alle sue spalle.
Deadpool e Corriere stanno lasciando il loro albergo per incontrarsi con Remy. Jacob Gavin Jr. utilizza la carta di credito della Gavin Comunications per saldare il conto, ma mentre sta per uscire dalla hall il portiere lo ferma, intimandogli di tornare alla reception. "Que pasa?" domanda con un pessimo accento spagnolo
"Mi scusi, ma ci risulta che deve pagare altre 15 sterline."
"Quindici sterline? Ma non ho nemmeno toccato il frigobar!"
"Beh, vede, ci risulta la visione in camera della pay-per-view erotica…"
"… WILSON!!!" Ma Deadpool è già sparito.

Nella Cattedrale di Cristallo, il Nuovo Figlio osserva la scena. "Uhmm, Jacob Gavin potrebbe essere l’anello debole del terzetto, forse farei meglio a prendere alcune precauzioni." Nel frattempo, i suoi monitor sono pieni di immagini provenienti da questa e da altre terre, grazie ai poteri di Bill il Taciturno: Rachel Summers nei panni di Madre Askani, un Gambit che viaggia nello spazio con Jubilee e Lila Cheney, Sabretooh, Wolverine e Wildchild ridotti come bestie nelle foreste canadesi, Quicksilver che discute con suo padre a proposito della situazione di Genosha, un giovane Tony Stark che elabora sofisticati progetti tecnologici, i Fantastici Quattro in una strana ambientazione medievale, Iron Man che combatte contro Sabretooth, un biondo uomo d’affari a colloquio con Luke Cage, Peter Parker che studia il suo stesso sangue cercando di ricreare i corpuscoli miracolosi…

Remy si accende un’altra sigaretta. Sta ancora ripensando a quello che ha fatto, o meglio, a quello che fa da una vita: abusare della fiducia delle persone, sfruttarle per i suoi scopi e poi lasciarle con il cuore spezzato. Sarà così per tutta la vita? Continuerà a fuggire dalle conseguenze delle sue azioni, dalle responsabilità? Fino a qualche anno prima non avrebbe mai pensato queste cose, ma l’incontro con Charles Xavier ed i suoi X-Men l’ha cambiato più di quanto credesse. Ma cosa sono per lui gli X-Men? Perché sta con loro? Un tempo era solo un altro lavoro, ma ora? Potrebbe dire che il motivo della sua permanenza nel gruppo è Rogue, ma sa che in realtà non è così. L’hanno aiutato in più di un’occasione, e lui ha sempre cercato di ripagare il favore, ma non si sente veramente a casa con loro. A parte Tempesta non c’è nessuno che si fidi veramente di lui…
"Adesso capisco perché porti i guanti senza dita, cajun! Si rovinerebbero ogni volta che arrivi a fumarti il filtro!"
La voce di Deadpool lo fa risvegliare dai suoi pensieri. Getta il mozzicone che si ritrova in mano e si rivolge al mercenario "Wilson, che è successo a Jake?"
"Oh, è stato… trattenuto in albergo. Ma sarebbe solo una palla al piede, andiamo a prendere quel maledetto Nyko."
"Dannazione… Come diavolo hai fatto a convincermi ad aiutarti?"
"Gerusalemme… le bombe… Velo… ricordi? Ti ho salvato la pelle in quell’occasione, sei in debito!"
"Ok, ok. Senti, questo è l’indirizzo di Nyko…" Deadpool gli strappa l’agendina di mano e si incammina, con Remy dietro.
"Ottimo cajun. Anche se la fatica per procurarselo l’avrei fatta volentieri io. Ti ho detto che Nyko vuole incassare la tua taglia?"
"Cosa? Cos’altro sai sulla mia taglia?"
"Solo quello che ti ho detto. Qualcuno ha sparso la voce nell’ambiente, ma stranamente nessuno mi ha contattato. E in questo campo, modestamente, sono il migliore. Quindi o non ti vogliono veramente morto oppure sono anch’io nel mirino. Siamo arrivati: proprio ai piedi della rocca. Una bella villetta, si tratta bene il pigmeo! Che tipo di entrata suggerisci? Tipo "Hulk spacca" con grandi esplosioni e muri abbattuti o tipo "nonhouncostumeattillatocomelaGattaNeramaanch’ioriescoadesserefurtivo"?"
"Je suis uno voleur, mon amì! Sbrigati, ho già disattivato l’allarme del cancello!"
"… Preferivo "Hulk spacca"!…"
I due mutanti si addentrano nel giardino della villa, evitando sofisticati sistemi di allarme. Giunti in prossimità di una finestra, Remy carica cineticamente la serratura, facendola scoppiare silenziosamente. "Complimenti cajun. Sei sempre una sorpresa."
"Deadpool, per una volta stai zitto? Non ci tengo a farmi scoprire da qualche rilevatore acustico."
"Hai fatto la tua parte cajun. Ora è una questione tra me e il nano. Se vuoi assistere preparati al peggio!"
In quel momento una raffica al plasma colpisce in pieno Deadpool, lasciandolo a terra. Remy si gira verso il punto da dove è partito il colpo. Il fucile esplode, e la luce rivela il volto impaurito di Nyko. Il mercenario schiaccia un pulsante sul muro ed entra in un passaggio segreto, mentre Gambit controlla le condizioni di Deadpool.
"Wilson! Diamine, ti avevo detto di essere prudente!"
"Non ti preoccupare cajun… sono sopravvissuto a peggio! Sai com’è: "progetto Arma X, fattore rigenerante in omaggio… no, l’antidolorifico non è compreso nell’offerta, mi spiace"."
"Alzati allora, Nyko sta scappando!"
"Ehi, mi sono sempre beccato una scarica di plasma nella schiena! Un attimo di respiro! E poi come facciamo a seguirlo oltre quella porta nella roccia?"
Remy guarda la porta: le sue pupille rosse sembrano crepitare di energia, quindi il passaggio si riapre in un’esplosione devastante.
"Ok, ok… la prossima volta non farò più domande così stupide, va bene! Seguiamolo."
I due si ritrovano in un dedalo di cunicoli, alcuni chiaramente scavati dall’uomo, altri creatisi per vie naturali.
"Non mi sembra il Kansas, cajun! Dove siamo finiti? E soprattutto, dov’è finito quel Bianconiglio di Nyko?"
"Potrebbe essere dappertutto, Deadpool. Questa è la St. Micheal’s Cave… è un dedalo immenso di cunicoli naturali… potrebbe essere ovunque. Seguimi e fai attenzione, capito?"
"Ehm, Remy?"
"Zitto!"
"Remy?"
"Cosa diavolo vuoi?"
"Potremmo avere un problema!"
"Che tipo di problema?"
"Oh, che ne dici di un disgregatore molecolare A.I.M. puntato alla mia nuca?"
Remy si volta: Deadpool ha le mani alzate, e dietro di lui riesce a scorgere le gambe di Nyko. Non riesce a vedere il mercenario, e neanche la sua arma.
"Ok, cajun, non fare mosse avventate, oppure non resterà nemmeno una molecola del cervello del tuo amico!"
"Non vedo dove sarebbe la perdita!" Remy ha un sorriso beffardo.
"Ehi, guarda che il mio fattore rigenerante ha un limite!!! Non fare scherzi!"

 

Continua…

 

 

Note dell’autore:
Seppure con un po’ di ritardo, ecco il secondo episodio di Gambit. Da questo episodio si evidenzia una peculiarità che spero diventi una costante della serie: l’ambientazione. Quasi tutte le serie Marvel sono ambientate negli Stati Uniti, ed io voglio invertire questa tendenza facendo viaggiare Remy ai quattro angoli del globo. Riguardo le sottotrame che dire? Prestate attenzione e ricordate che nessun particolare è messo a caso… attenzione quindi anche ai monitor del Nuovo Figlio! Se avete congetture, idee, commenti, insulti, mandateli a
tobiab@hotmail.com.

 

 

 


Gambit #3

DEBITI D'ONORE

d Tobia Brunello

 

Gerusalemme. Quattro anni fa. La vita nella capitale israeliana è sempre molto movimentata. Il turismo la rende una delle città più frequentate del mondo. Gente di tutte le nazionalità vi si reca o per la semplice attrattiva artistica oppure per il significato religioso che possiedono le varie località. Il Santo Sepolcro appartiene alla seconda categoria: secondo la tradizione dovrebbe essere il posto in cui Gesù di Nazareth è stato sepolto dopo la crocifissione. Il luogo dove si è verificato il fatto chiave di tutta la religione cristiana, la resurrezione del Cristo. Per questo è sempre visitato da pellegrini da tutto il mondo, e riesce di solito ad essere un luogo abbastanza tranquillo, estraneo alle faide di sangue che coinvolgono ebrei e musulmani. Di solito. Perché in questo momento un'esplosione ha appena scosso fino alle fondamenta la chiesa, causando decine di vittime. All'esterno, Remy LeBeau è abbracciato ad una donna islamica, e si accende una sigaretta.

Gibilterra. Ora. Nyko, mercenario nano e mutante, sta puntando un disgregatore molecolare alla testa di Deadpool, mercenario logorroico e mutante. Gambit è venuto fin qui su richiesta di Deadpool, per aiutarlo nella sua missione di vendetta contro Nyko. Ora si ritrova nelle condizioni di ripagarlo per avergli salvato la vita a Gerusalemme. Quattro anni fa.
"Avanti fagli pure saltare la testa, Nyko! Non credo che sia una grande perdita per l'umanità, ma tu perderesti il tuo scudo!"
"Cosa volete? Volete incassare la taglia che hanno messo su di me?"
"Taglia? Wilson, cos'è questa storia?"
"Non ne sapevo niente, giuro! Certo è che ora possiamo anche approfittarne!"
"Credi? Io penso che dietro a tutte queste taglie ci sia sempre la stessa persona!"
"Smettetela di parlare voi due! Se non siete qui per la taglia cosa volete?"
"Non mi riconosci, Halfghanaghan? Vabbè che sono di spalle, ma tempo fa volevi uccidermi e adesso voglio ricambiare il favore."
"Deadpool? Brutto bastardo, a causa tua mio fratello è morto!"
"Ancora con questa storia? Tuo fratello l'ha ucciso Cable, io adesso uccido te!"
"Non credo proprio! Anzi, riscuoterò la taglia che hanno messo su di te!"
"Pure! Ma c'è rimasto qualcuno che non abbia una taglia sulla testa?" Deadpool cerca di mascherare il suo nervosismo, ma si rende conto che la sua unica salvezza risiede in Gambit.

Gerusalemme. Quattro anni fa. Remy è giunto in città con uno scopo preciso. Deve rubare il dossier di informazioni che il Mossad, il servizio segreto isrealiano aveva raccolto su Magneto. Deadpool invece ha un altro incarico: frange estremiste del governo israeliano lo hanno incaricato di effetturare un'attentato che faccia ricadere la colpa sui palestinesi, in modo da mettere in cattiva luce le loro rivendicazioni. L'agente speciale iracheno Velo ha il compito di rubare i piani di difesa antiaerea israeliani. Ad ogni modo l'obbiettivo di questi tre individui è lo stesso, il palazzo sede degli uffici del Mossad. Deadpool si è infiltrato grazie al suo induttore di immagini, è stato un gioco da ragazzi assumere l'aspetto di un generale, un po' meno comportarsi come tale ai vari controlli e resistere alla tentazione di sbeffeggiare i vari soldati che facevano il saluto. Comunque c'è riuscito ed ora si dirige verso l'archivio, il luogo dove un'esplosione avrebbe ridotto le perdite umane al minimo. Remy ha sfruttato le sue doti di ladro per entrare senza far scattare nessun allarme, mentre Velo, grazie al suo potere mutante di creare una sorta di coltre di nebbia, è riuscita a disorientare i soldati di guardia e ad infiltrarsi indisturbata.
Remy si appresta a scardinare la serratura dell'archivio, quando nota la strana nebbia verde che si espande sempre di più. Istintivamente carica cineticamente una carta per fare più luce, ma la nebbia è sempre più densa. Qualcosa lo colpisce alle spalle. Mentre cade, lancia una carta carica in direzione del colpo subito. Velo cade a terra, mentre la nebbia si dirada. L'esplosione distoglie l'attenzione di Deadpool, intento ad innescare l'ultima bomba di una serie di cinque.
"Cosa diavolo succede? Uno non può fare il suo lavoro che subito dei dilettanti gli mettono i bastoni tra le ruote!"
In poco tempo vari soldati raggiungono l'archivio. Deadpool attiva il suo induttore di immagini e si confonde con loro. In poco tempo arriva al cospetto di Velo e Gambit.
Remy vede i soldati circondarlo, e alzando le mani si rivolge a Velo.
"Cherie, credo che dobbiamo rifare quello che abbiamo fatto poco fa!"
"Ma tu chi sei?" Velo pare rapita dallo sguardo di Remy.
"Le domande a dopo!" Gambit lancia un paio di carte caricate verso i soldati, gettandoli nello scompiglio. Velo intuisce le intenzioni del cajun e fa alzare la sua tipica nebbia verde. In pochi secondi sono già nell'archivio.
"Piacere, Remy LeBeau! Immagino tu sia qui per un motivo simile al mio, quindi prendiamo quel che dobbiamo prendere e scappiamo!"
"Agente speciale Velo, della Spada del Deserto."
"Spada del Deserto? Che roba è?" Mentre parlano, i due continuano a rovistare negli archivi.
"È il corrispettivo iracheno dei vostri Vendicatori!"
"Se ci credete… Io ho trovato quel che dovevo trovare, dobbiamo andare!"
"Ti stavo aspettando… come facciamo ad uscire? I soldati stanno arrivando!"
Deadpool sbuca alle spalle dei due.
"Uhmmm, mi sa che mi conviene salvarvi la pelle a voi due… mi pagano per danneggiare gli israeliani, non agenti iracheni o ladri cajun! Venite vicino, vi teletrasporto fuori!"
Velo appare dubbiosa. "E tu chi sei?"
"Non possiamo rimandare le presentazioni a dopo? Tra dieci secondi salta tutto in aria!"
I tre si teletrasportano fuori proprio quando la detonazione demolisce la parte del palazzo dove si trovavano. Gambit osserva la scena con uno sguardo cinico, mentre Velo appare pensierosa.
"Sei tu il responsabile di tutto ciò?"
"Proprio così, è il mio lavoro. Mi chiamano Deadpool!"
"Agente iracheno Velo."
"Sigh… quelli che non voglio abbiano mai le ragazze!"
Gambit si rivolge a Deadpool. "Grazie, ci hai tirati fuori di li, ma hai anche compromesso la tua missione, a quanto pare."
"Nahhh… dovevo fare un bel po' di danni, ma anche qualche soldato che ci lascia le penne non stona… tanto prenderanno quei poveracci e li infileranno in un progetto supersoldato o qualcosa di simile."
"Non parlavo di questo, ma dell'elicottero che ci ha appena individuati!"
"Quale elicottero?"
Una raffica di mitra colpisce Deadpool in pieno.
"Ah, quell'elicotterooo…"

Gibilterra. Ora. Nyko si prepara a sparare, quando gli occhi di Remy si caricano di energia. Improvvisamente l'unica parte di Nyko che Gambit riesce a vedere, le gambe, iniziano a crepitare di energia. Approfittando dello sconcerto del suo avversario, Deadpool si divincola dalla presa e stende Nyko con un pugno. Le gambe del nano continuano a crepitare.
"Bel diversivo, cajun. Ora puoi anche smettere!"
Gli occhi di Gambit diventano luminosi, e una smorfia sul suo volto tradisce la grande concentrazione.
"Non… non ci riesco! Non riesco a fermare il flusso di energia!"
"Vuoi dire che…"
Un'esplosione, sangue dappertutto. Deadpool guarda Nyko, e vede che al di sotto dell'inguine è ridotto ad una poltiglia sanguinolenta. Il dolore lo fa urlare in maniera impressionante.
"Wow! Mai pensato di lavorare in una macelleria, Gambit?"

Gerusalemme. Quattro anni fa. Gambit e Velo si riparano in un vicolo, mentre vari soldati perlustrano le strade attorno agli uffici del Mossad.
"Siamo finiti in un bel casino, cherie. Gli israeliani non molleranno finchè non ci avranno trovato!"
"Ma perché eri li? Io servo il mio paese e le informazione del Mossad erano vitali per il Rais Hussein, ma non capisco cosa ci guadagna l'America a mandare un agente a rubare documenti agli israeliani." Mentre parla, si avvicina a Gambit e lo bacia.
"Io non lavoro per il governo, ci sono persone più potenti che avevano bisogno di queste informazioni. Riesci ad alzare un coltre di nebbia fino a quel mercato?"
Gambit le indica delle bancarelle alla fine del vicolo.
"Certo, vuoi confonderti tra la folla?"
"Hai un'idea migliore? Se non ci muoviamo ci faranno fuori come Deadpool!"
Istintivamente si volta a guardare in direzione del cadavere, ma nota che è scomparso. La voce del mercenario lo sorprende.
"Non darmi per spacciato, cajun! Mi hanno fatto saltare il teletrasporto, ma io riesco sempre a sorprendere." Si volta verso Velo "Non ci credi, pupa? Se troviamo un posticino tranquillo…"
"Deadpool? Ma ti avevano sparato!"
"Ho sopportato di peggio, dolcezza! Mi piego ma non mi spezzo. Vuoi provare?"
"Risparmiati le battute, mercenario. Dobbiamo scappare!"
La nebbia sale, i tre scattano verso il mercatino, dove si camuffano meglio che possono con vari vestiti. Non appena la nebbia si dirada, vedono la zona presidiata dai soldati. Gambit si volta verso Deadpool.
"Cosa facciamo?"
"Beh, io mi infilerei in qualche buco… quella chiesa!"
Una volta entrati, i tre riconoscono il posto.
"È il Santo Sepolcro!"
Deadpool si guarda in giro. "No, questo è il diversivo ideale."
"Cosa vuoi fare?"
Il mercenario estrea due esplosivi al plastico e li piazza.
"Usciamo di corsa, non appena ci sarà l'esplosione, separiamoci e scappiamo!"
"Tu sei pazzo!"
"Certo! Non te ne sei ancora accorto? Inizia a correre!"
Non appena escono, la chiesa trema. Remy cerca Deadpool, ma si è già dileguato. Abbraccia Velo e si dilegua nella confusione. Nonostante tutto, ha eseguito il suo compito: ha il dossier su Magneto, e questo è di importanza vitale per il suo committente.

Genosha. Ora. In un bar malfamato, una persona beve un whisky al banco. I suoi vestiti sono sporchi e laceri, e di frequente tossisce violentemente. Alcuni mutanti lo notano.
"Ehi amico, cosa ci fai qui? Se scappato dai campi di Magneto?"
"No, sto aspettando il prossimo volo per la Germania."
"Ma non ci sono voli di linea qui a Genosha."
Lo straniero si alza. "E chi ha parlato di voli di linea?" Esce dal bar e un raggio traente lo porta a bordo di un sofisticato aereo.

Gibilterra. Ora. Remy guarda incredulo il risultato delle sue azioni. Non aveva mai usato il suo potere in questa maniera su un essere vivente. È ancora sconvolto, quando Deadpool si rivolge a Nyko.
"Ok, ok! Ti fa male, lo capiamo da soli, non serve continuare ad urlare. Risparmia il fiato, e dimmi chi diavolo è stato a mettere delle taglie sulle nostre teste!"
Nyko, ormai quasi privo di conoscenza, cerca di pronunciare delle parole:
"Ze…
Zero… T-Toll…"
"È morto! Cosa voleva dire?"
Remy ha un'illuminazione.
"Zero Tollerance! Bastion!"
"Ma non era stata smantellata?"
"Si, ma alcune direttive di Bastion sono sopravvissute dentro Machine Man… dopo il funerale di Ciclope gira voce che ora sia alla Stark Solutions!"
"E allora?"
"Allora dobbiamo andare alla Stark Solutions!"

 

Continua...

Note dell’autore:

Se questi racconti fossero disegnati, questo sarebbe un fill-in, dal momento che il grosso della vicenda è raccontato tramite flashback. Ad ogni modo già nei precedenti episodi avevo accennato a questo primo incontro tra Deadpool e Gambit, e finalmente avete potuto leggerlo. Coprotagonista di questo tuffo nel passato, Velo. Se non la ricordate non preoccupatevi: la sua unica apparizione, al fianco del resto della Spada del Deserto (Aminedi, Scirocco, Black Razor e Cavaliere Arabo), è stata su GIXM 0, in un miniserial della Freedom Force in cui veniva alla fine bruciata viva da Pyro. Ma ora c'è un altro mistero: per chi lavorava Gambit in quell'occasione? Lo scoprirete, tranquilli! Ora è tempo di fronteggiare il Vendicatore Dorato, Iron Man.

 

 

 


Iron Man #4

FORZE DEL BENE - prima parte

di Tobia Brunello

 

New York. Non è stato difficile per Dwayne Taylor approntare un ufficio in un piano del nuovo Taylor Building, a Manhattan. Tony Stark ha una vista che gli permette di contemplare la magnificenza dell'isola. Riesce anche a vedere la sede dei Vendicatori, un tempo casa sua, ormai quasi completamente ricostruita per la terza volta. Ormai l'ennesima sfida della sua vita è ai nastri di partenza: questa sera ci sarà il galà inaugurale della REvolution Enterprises, la società che Tony ha messo in piedi insieme a Daniel Rand e Dwayne Taylor. Una società che si prefigge di aiutare i paese del Terzo Mondo, fornendogli gli strumenti tecnologici necessari a iniziare dei processi di sviluppo. Ormai è tutto pronto: nei sotterranei c'è il laboratorio, dove ha installato le coscienze di Jocasta e di Machine Man e dove lavora Micheal Collins, alias Deathlok, il responsabile informatico. Il suo ufficio confina con quello di Rae LaCoste, responsabile delle pubbliche relazioni, e con quello di James Rhodes, vicepresidente. Al piano di sotto ci sono gli uffici di Bambina Arboghast, responsabile del personale, e di Misty Knight e Colleen Wing, responsabili della sicurezza.
Tony ha di fronte a se una manciata di giornali che definiscono, nel migliore dei casi, "assai azzardata" la sua decisione. Gli altri commenti variano da "sicuro fallimento" a curiose considerazioni che associano la sua decisione ad una fantomatica demenza dovuta alle troppe "resurrezioni"… Mentre sfoglia i giornali, un sorriso beffardo si forma sul suo viso. Almeno fino a quando non legge la notizia della distruzione di vari stabilimenti della Stane International. Pochi giorni prima era toccato alla Baintronics… tutto ciò potrebbe essere collegato.

A Gibilterra, Jacob Gavin Jr., alias il Corriere, riceve una telefonata.
"Pronto? Papà? No, sono a Gibilterra… Affari personali. New York? Galà di presentazione? Di chi? Stark, Taylor e Rand? Non puoi andarci tu? Ok, andrò io!"
Mentre ferma un taxi per recarsi all'aeroporto più vicino, si apre uno squarcio nello spazio, e Gavin si ritrova nella cattedrale di cristallo del Nuovo Figlio.
"Corriere, stasera devi essere a New York al galà di Tony Stark?"
Gavin è un po' spaesato…
"Ehm, si, devo andarci per conto della società di mio padre, la Gavin Communications…"
"Ti affido un incarico, Corriere: una volta che sarai al galà, dovrai piazzare questo congegno in un posto nascosto…" Uno dei tecnodroidi del Nuovo Figlio gli porge una sorta di scatoletta tecnologica.
"Ma non posso, è un'impegno di lavoro…"
"Ti ho forse dato alternative?"
Gavin abbassa lo sguardo, incapace di sopportare il volto luminoso del Nuovo Figlio.
"Allora siamo d'accordo… io ti osserverò durante il galà!"
Dette queste parole, il Nuovo Figlio diventa ancora più luminoso. Il Corriere chiude gli occhi, e quando li riapre si ritrova a New York, a pochi passi dalla sede della Gavin Communications.

Gli ospiti continuano ad arrivare al Taylor Building. I parcheggiatori sono oberati di lavoro, così come i vari fotografi e giornalisti presenti.
Ken Ellis è stato praticamente costretto a scrivere un articolo sull'evento, dal momento che al Daily Bugle sono stanchi dei suoi continui falsi scoop. Scrivere cronaca mondana non è esattamente la sua massima aspirazione. Angela Yin, invece, non vede sminuito il suo lavoro di fotografa. Anche lei preferisce lavorare sulle strade, ma almeno in queste occasioni è sicura di vendere quasi tutte le foto che scatta. Nell'obiettivo della fotografa appare una Ferrari nuova fiammante. Angela prende a scattare, immaginando che tra breve ne uscirà un personaggio importante. Ken Ellis prende appunti, soprattutto vedendo nel lato del passeggero una famosa attrice, salita alla ribalta delle cronache cinematografiche per aver interpretato un personaggio dei videogiochi. Il guidatore affida le chiavi al posteggiatore, quindi scende e apre la porta alla sua compagna.
"Andiamo, Angelina. Mio cugino ha fatto le cose perbene, stavolta."
Ken Ellis continua a prendere appunti.
-Uhmm, a quanto pare Morgan Stark ha progettato una grande reentree nel jet-set.-

Due dei tre soci della società sono pronti: Anthony Stark e Daniel Rand non tradiscono un pizzico di emozione, di fronte a tutti gli invitati, nell'inaugurare gli uffici della REvolution. Dwayne Taylor ha preferito restare lontano dai riflettori in quest'occasione, dal momento che alcuni impegni già fissati ad Honk Kong lo avrebbero costretto ad un viaggio non da poco. Tocca a Tony Stark fare il primo passo, tagliando il nastro.
Ne segue uno scroscio di applausi.
"Grazie. Ora, signore e signori, se volete seguirmi, ci aspetta un suntuoso buffet!"
In poco tempo tutta la gente che prima affollava l'ingresso stringe in un composto assedio i cuochi ed i camerieri. Tony sorseggia un bicchiere di Perrier e inizia il rituale giro di saluti. Per primo incontra Rhodey:
"Jim! Sono contento che tu abbia accettato l'incarico."
"Basta soltanto che questa volta non mi muori sul più bello, Tony. Ok?"
"Farò il possibile… E per quell'altra… "attività", che decisioni hai preso?"
Rhodey si guarda intorno, poi abbassa la voce.
"Hai visto che casino ho combinato con l'armatura di War Machine? L'ho persa e subito qualcuno ne ha approfittato… no, è stato bello, ma il supereroe sei tu, Tony."
"Va bene, ma se mai cambierai idea, i progetti di War Machine sono sul mio computer… con qualche miglioria."
Ai due si avvicina Rae LaCoste.
"Tony, Jim, che bello vedervi di nuovo ridere e scherzare. Tony, grazie per il posto."
"Di niente. Rae. Sei la persona più adatta che mi sia venuta in mente, di sicuro meglio di Marcy Pearson."
Rhodey lancia un'occhiataccia a Tony, ma è Rae a riprendere la parola.
"Ehm, Tony, ci lasceresti un po' da soli… io e Jim dobbiamo parlare."
"Beh, va bene…"
"Tony si addentra nella folla e vede Rumiko Fujikawa, che sta parlando con Morgan Stark e la sua affascinante compagna.
"Rumi!!!"
"Vuoi scusarmi, Morgan? Ho degli affari da concludere con tuo cugino."
"Non c'è problema, Rumiko. Anzi, salutalo da parte mia, a quanto pare non ha molta voglia di parlarmi… almeno per ora!"
La giovane giapponese si volta verso Tony.
"Cosa c'è?"
"Come mai sei venuta?"
"Me l'ha ordinato mio padre, cosa vuoi farci!"
"Senti, per quanto riguarda noi due…"
"Ah, ti è venuto in mente che stavamo insieme… Credevo te ne fossi dimenticato… Beh, io sto cercando di farlo!"
"Rumi, come puoi pretendere…"
"Non pretendo più nulla da te Tony, mi hai preso in giro."
Rumiko si volta e si dirige verso gli altri invitati. Tony rimane ad osservarla, fino a quando non vede un giovane con gli occhiali scuri e i capelli abbastanza lunghi tentare un approcio. -Chi diavolo è quel tipo… mi sembra di averlo già visto. Ma ormai non sono più affari miei!-

Danny Rand è in un angolo, insieme a Misty Knight e Colleen Wing. L'ex agente abbraccia il suo fidanzato, cercando di fargli passare quell'aria pensierosa.
"Che cos'hai, Danny? Dovresti essere felice, finalmente la Rand-Meachum è al servizio di una causa giusta, no?"
"Hai ragione, Misty, e mi fido di Dwayne Taylor… Il suo entusiasmo giovanile non può che essere genuino… è Stark che non mi convince: a volte sembra la persona più generosa e onesta del mondo, a volte mi sembra uno spietato affarista. Sarebbe bello credere che tutta la sua fortuna se la sia guadagnata in modo pulito, ma ho visto troppa gente in questo campo nascondere del marcio dietro una facciata dorata."
"Se ti farà sentire più tranquillo farò qualche indagine" interviene Colleen Wing "ma non credo che dovresti aspettarti brutte sorprese dal mecenate dei Vendicatori.
"Lo spero, Colleen… lo spero!"

Nei sotterranei Micheal Collins è al lavoro sulla rete informatica. Non aveva mai avuto il vantaggio di lavorare insieme a due coscienze elettroniche, gli facilitano di molto il lavoro. Machine Man e Jocasta stanno eseguendo costanti verifiche dei sistemi dall'inizio.
"Mike, ti va di parlare?" interviene Machine Man "È un bel po' che te ne stai zitto!"
"Scusa, Aaron… è che non sono abituato a parlare ad un computer in termini… "umani"! Il mio interlocutore in genere è quanto di più freddo e robotico possa esistere!"
"Ma come mai non sei alla festa di sopra?"
"Tony mi avrà anche assunto per la mia competenza in fatto di computer, ma sono pur sempre un cyborg da combattimento. Non credo che farei una bella figura in un party del jet-set!"
"Una cosa che, per quanto mi sforzi, non riesco a capire di voi umani è la tendenza ad avere pregiudizi basati sull'aspetto esteriore…"
"Benvenuto nella razza umana, Aaron."
"Mike? Aaron?"
"Cosa c'è, Jo?"
"I sensori hanno rilevato un intruso nel corridoio B, anche se per pochi istanti. Non sarebbe meglio controllare?"
"Io non ricevo niente, Mike, credo che l'unica opzione sia di controllare di persona… Vuoi che mi scarichi nei tuoi sistemi e ti accompagni?"
"No, senza offesa, ma me ne basta uno di computer che mi parla nella testa!"

Jacob Gavin Jr. è nervoso… decisamente nervoso! Ha una missione da compiere per il Nuovo Figlio, e sa quanto potrebbe costargli una disobbedienza… Ma se viene scoperto, Nuovo Figlio o meno, suo padre potrebbe mandarlo a spasso! Macchiare il nome della Gavin Communications in un'occasione del genere! All'improvviso, una mano gli tocca la spalla, e Jake pensa che se non gli è venuto un infarto questa volta non gli verrà mai più! Si volta e vede Gambit in compagnia di un'affascinante giapponese.
"Rumiko, hai mai conosciuto Jacob Gavin Jr., della Gavin Communications?"
"Non ho mai avuto il piacere, Remy. Rumiko Fujikawa, della Stark-Fujikawa."
"Incastrato… ehm, incantato!"
Remy stringe un po' di più la spalla di Jake.
"Cosa ci fai qui, mon ami? Avevo sentito che eri stato trattenuto a Gibilterra per impegni di lavoro."
"Eh, si… vedi… ho, come dire… ho risolto e sono venuto qui al volo!"
Rumiko si inserisce nella discussione
"Ma come vi conoscete voi due?"
Jake è imbarazzato.
"Ehm, per lavoro!"
"Per lavoro?"
Remy capisce che deve intervenire per salvare il suo bluff
"Si, ti ho detto che commercio opere d'arte, no? Spesso mi affido alla Gavin Communications, sono i migliori nel loro campo!"
"Sei un uomo molto interessante, Remy! Andiamo a prendere qualcosa da bere, mi racconterai meglio del tuo lavoro."
Mentre i due si allontanano, Jake riesce a piazzare il dispositivo sotto un tavolo.

Nei sotterranei Deadpool ascolta i discorsi di Rumiko attraverso una ricetrasmittente nello smoking di Gambit.
"Bla bla bla, bla bla bla… Il cajun cerca di estorcere informazioni sullle attività di Stark e sui suoi possibili legami con Zero Tolerance a belle e disponibili ereditiere mentre a me tocca strisciare nei sotterranei e tentare di inserirmi nella rete informatica! Non c'è giustizia tra i ladri!"
Mentre parla, nota un puntino rosso sulla spalla. Con noncuraranza alza la voce:
"Fatemi indovinare, sicurezza?"
"Non proprio, responsabile informatico, alza le mani e girati lentamente!"
"Oh, che paura! Un cervellone quattrocchi che mi minaccia! Potrebbe prendermi a cliccate!!!"
Deadpool si gira di scatto, ma un colpo al plasma lo colpisce alla spalla.
"Non sono esattamente il classico tecnico dei computer!"
Deathlok si fa vedere.
"Oh, ottimo… ma Stark assume solo supereroi?"
-Computer, chi diavolo è questo intruso?-
-Corrisponde a Deadpool, mercenario mutante con forte fattore rigenerante. Consigliata una tattica d'attaco pesante-
-Il dialogo per te non esiste, eh?-
-Il soggetto, in basi ai dati in nostro possesso, può resistere senza conseguenze ad un attacco letale standard.-
-Ok, ho capito. È un osso duro. Ma mantieni attivo il parametro "non uccidere"-
Nel frattempo Deadpool si è rialzato.
"Ma tu non sei Dead… Death… Deathlok? Ma possibile che tutti abbiano nomi del genere?"
"Senti chi parla, Deadpool, giusto?"
"Beh, io sono un mercenario, un killer, mi sta bene questo nome… a te vedrei meglio, chessò, Cybernus!"
-Attenzione, attacco in vista-
-Come?-

Distratto dalle chiacchere di Deadpool, Micheal si prende il colpo esploso dalla pistola del mercenario in pieno petto.

Ai piani alti, Gambit sta parlando con Rumiko, ormai completamente vittima del suo fascino.
"Non credo che Tony possa essere coinvolto nell'operazione Zero Tollerance… all'epoca era dato per morto, non ricordi?"
Remy si fa pensieroso.
-Ha ragione, ma allora perché su Internet girano voci che i file di Bastion siano in mano a Stark? Cosa potrebbe guadagnare da quei file uno come Stark? Ad ogni modo devo riuscire a penetrare nei computer, per scoprire chi è che ha messo tutti i mercenari e gli assassini uno contro l'altro… l'ultima volta era stato l'Architetto, ma dicono che sia morto*. L'unico indizio che ho avuto da Nyko era il coinvolgimento di Zero Tolerance…-
"Remy? A cosa stai pensando?"
"Oh, pardon, cherie. Stavo pensando a come deve sentirsi Stark dopo che per ben due volte è "tornato" dalla tomba. Non gli verrà mica una crisi messianica?"
"Senti, non possiamo cambiare argomento?"
All'improvviso il cielo si infiamma, e la sagoma del Nuovo Figlio si staglia nel cielo.
Tony sta parlando con Jim Hammond della Oracle Inc., i precedenti proprietari della Rand-Meachum, quando nota la figura fiammeggiante. Hammond è come rapito da questa visione. Il Nuovo Figlio si avvicina agli uffici della REvolution, quindi inizia ad urlare:
"Dov'è Stark? Deve morire!"

* Per mano di Elektra e del Dottor Strange, su DEVIL & HULK 42-49

Nei sotterranei, Deathlok si riprende dal colpo subito e si rialza. Deadpool continua a sparare, ma i colpi non intaccano il corpo robotizzato di Micheal Collins.
-Computer, sistema di puntamento automatico. Sparare a raffica-
-Operativo-
Deathlok inizia a sparare una raffica di colpi precisissimi. Deadpool continua ad incassare, fina a quando non riesce a mettersi al riparo.
"Gambit? Gambit? Mi senti? Sono nei casini! Rispondi! Ti pareva, non appena c'è di mezzo una donna quello ti pianta in asso!"

Nel laboratorio, Machine Man sta monitorando la situazione insieme a Jocasta.
"Vedi Jo, Deadpool deve essersi teletrasportato nell'istante in cui i sensori lo hanno rilevato, ma poi evidentemente ha attivato un dispositivo criptante… Jo? Jocasta?"
Jocasta sembra addormentata. Machine Man, preoccupato, controlla più approfonditamente.
-È impossibile! Il flusso di dati è il corrispondente delle onde alfa nel cervello di un umano in fase REM… ma questo vorrebbe dire che Jocasta sta… sognando! Come può una coscienza elettronica sognare?-

"NOOOOOO!!!" Jocasta emette un urlo "I Marziani!!!"

Nell'ufficio si scatena il panico: Misty Knight e Colleen Wing si preoccupano di far uscire gli invitati, mentre Tony si infila nel suo ufficio. Poco dopo esce dalla finestra nei panni di Iron Man e raggiunge il Nuovo Figlio.
"Mi dispiace, ma Mr. Stark non si occupa dell'ufficio reclami. Quello è affar mio!"
"Iron Man! L'apoteosi di ciò che devo distruggere! Quanto ho aspettato questo momento!" Così dicendo lancia una scarica energetica verso il Vendicatore in armatura, facendolo schiantare contro il suo ufficio.
-Ottimo… un ufficio appena inaugurato! Ma cosa vuole questo pazzoide? Potente comè potrebbe radere al suolo mezza Manhattan!"
Il Nuovo Figlio entra nell'ufficio mentre Iron Man si rialza.
"Ok, amico. Dimmi che cosa vuoi da me e da Mr. Stark!"
"Devo neutralizzarvi. Il mio compito è di neutralizzare tutte le armi esistenti sul pianeta al fine di raggiungere la pace. Ho già neutralizzato i maggiori produttori di armi mondiali, la Baintronics e la Stane International. Ora tocca a Tony Stark, colui che ha progettato l'arma più sofisticata sulla faccia della Terra: quell'armatura!"
Iron Man cerca di approfittare delle chiacchere del Nuovo Figlio, ma questi preme un telecomando non appena lo vede accennare una reazione. Iron Man crolla a corpo morto.
"Credevi che ti sfidassi impreparato? Ho fatto installare un generatore di impulsi elettromagnetici, che come previsto ha fatto saltare i tuoi sistemi. E adesso non c'è Night Trasher a salvarti*!"
-Diamine, ha ragione, sono alla sua mercè!-
Un'esplosione attira l'attenzione del Nuovo Figlio. Gambit è di fronte a lui.
"Nuovo Figlio, tu mi devi spiegare molte cose!"

 

Continua...

 

Note dell’autore:

Primo cross-over di MarvelIT, questo tra Testa di Ferro e Gambit era stato annunciato da molto (chi credavate che fosse il mandante di Sabretooth nel primo episodio?). Ovviamente la storia si conclude su GAMBIT 4, dove scoprirete le motivazioni del Nuovo Figlio e la sua origine. Se volete sapere come mai Gambit e Deadpool sono finiti al galà, leggetevi (se non l'avete già fatto) GAMBIT 3.

 

 

 


Gambit #4

FORZE DEL BENE - seconda parte

di Tobia Brunello

 

Riassunto: Infiltratosi al galà di presentazione della REvolution, la nuova società di Tony Stark, Danny Rand e Dwayne Taylor, in cerca di informazioni sul committente di tutte le taglie che pendono sulla testa di vari mercenari, Gambit si ritrova a fronteggiare il Nuovo Figlio, il quale sta sconfiggendo Iron Man. Nei sotterranei, Deadpool sta lottando con Deathlok, responsabile informatico della società.

 

"Nuovo Figlio, tu mi devi spiegare molte cose!"
"Gambit? Sono sorpreso di trovarti qui, sinceramente non capisco come tu abbia fatto a capire che questo sarebbe stato il mio obiettivo."
"Il nome Nyko Halfghanaghan non ti dice nulla, Nuovo Figlio? O forse dovrei chiamarti Bastion?"
"Bastion? Sei molto lontano dalla verità!"
Da terra, Iron Man osserva la scena. Ringrazia il provvidenziale intervento di Gambit, che gli sta consentendo di guadagnare tempo prezioso per riavviare l'armatura, ma si chiede come mai l'X-Man non attacchi il Nuovo Figlio. Gambit è spiazzato dalla reazione del Nuovo Figlio.
"Nyko ha detto che il committente delle taglie era legato a Zero Tollerance!"
"Ah, le taglie… un modo come un altro per scremare le tante armi viventi che si vendono al miglior offerente, metterle una contro l'altro… ma devi aver frainteso le parole di quel mercenario."
I sistemi ausiliari dell'armatura di Iron Man si rimettono in moto. Tony Stark si trascina fino all'ascensore e scende verso i sotterranei. Il Nuovo Figlio si accorge della sparizione del suo bersaglio solo dopo che finisce di parlare con Remy.
"Dov'è Iron Man?"
"Dimenticalo, Nuovo Figlio! Ora hai me di fronte. Mi hai usato, e mi ero promesso che non sarebbe più successo!"
Gambit assume un tono minaccioso. La sua mente va a Sinistro, colui che lo sfruttò per reclutare i Marauders responsabili del Massacro Mutante.
"Per piacere, Remy, sono impegnato!" Con un gesto della mano produce una scarica di energia che sfiora Gambit facendolo cadere. Non appena il cajun si rialza, il Nuovo Figlio è scomparso.
"Deadpool, mi senti? Deadpool?"

Nei sotterranei è in corso una sparatoria tra Deadpool e Deathlok. I due sparano e ricevono proiettili in continuazione, ma da un lato il fattore rigenerante di Wade Wilson, dall'altro il corpo cibernetico di Miheal Collins limitano i danni.
"Ehm, sono un po' impegnato, Gambit! Sapevi che il tecnico dei computer di Stark è un certo Deathlok?"
"Wilson, c'è il Nuovo Figlio! Sta venendo nei sotterranei!"
"Nuovo Figlio? Chi è il Nuovo Figlio?"
C'è un'esplosione, e la sagoma del Nuovo Figlio illumina il corridoio. Deathlok e Deadpool cessano le ostilità sorpresi dall'arrivo del misterioso individuo.
"Il Nuovo Figlio, immagino."
"Deadpool, ci reincontriamo."
"Prego? Non ricordo di aver incontrari dei soli in miniatura prima d'ora."
L'attenzione del Nuovo Figlio è concentrata su Deathlok.
"Tu… non è possibile… non ho mai visto un'arma di questo livello!"
Un'espressione di rabbia appare sul volto di Micheal Collins.
"Hai sbagliato amico, io sono una persona, non un'arma!"
-Computer, dimmi che questo tipo non è forte quanto sembra.-
-Affermativo. Ad un'attenta analisi il livello di potenza dello sconosciuto è decisamente più alto di quanto si possa supporre ad una semplice analisi visiva-
-Grazie tante!-
"Arma o persona, devi essere eliminata! Tutte le armi devono essere eliminate per raggiungere la pace!"
A queste parole Deadpool ha un sussulto:
"Zero!"

Berlino. Un ufficio che in teoria non dovrebbe esistere. L'individuo che è appena tornato da Genosha inserisce un dischetto in un computer. Dopo che per alcuni minuti inserisce senza successo una serie di codici, in uno scatto d'ira sferra un pugno al monitor, quindi si piega dal dolore.
-Dannazione, stavolta ho sentito l'impatto… non mi resta molto tempo! Ma come posso fare a decodificare queste informazioni?-

A Manhattan Iron Man ha appena finito il check-up della sua armatura.
-Ottimo! I sistemi sono completamente funzionanti. Da quanto ho visto, mi servirà la massima potenza di fuoco per mettere fuori gioco quel pazzoide di Nuovo Figlio!-
Tornando nell'ufficio, vede Gambit che parla nell'auricolare senza ricevere risposta.
"Gambit, cosa sta succedendo?"
"Non posso spiegarti tutto ora, Iron Man… Ti basta sapere che il Nuovo Figlio mi ha ingannato, mi ha fatto credere di avere come scopo la pace nel mondo e mi ha convinto a servirlo."
"Beh, lo scopo è encomiabile, sono i mezzi che utilizza che sono da condannare. Chi stai cercando di contattare?"
"Ehm, c'è un mio amico nei sotterranei… Era alla ricerca di informazioni, ma ora non risponde più."
"Volevi inserirti nei miei sistemi? Sei fortunato che abbiamo un'emergenza, X-Man, sennò non te la saresti cavata così facilmente. Andiamo nei sotterranei!"

Il Nuovo Figlio sta fronteggiando Deadpool.
"Complimenti, Wade Wilson! Sei il primo che intuisce qualcosa sulla mia vera identità!"
"Beh, sai, pazzoidi ne ho incontrati parecchi, ma mai nessuno al tuo livello!"
"Pazzo? No, io sono lucidissimo. Probabilmente sono la persona più lucida sulla Terra. L'unica via che porta alla pace è contrassegnata dalla guerra. L'unico modo per evitare la guerra è distruggere le armi, qualsiasi tipo di armi!"
Un raggio repulsore colpisce il Nuovo Figlio alle spalle. Il potente essere si volta, e vede il Vendicatore insieme a Gambit.
"Ah, Iron Man! Hai finito di leccarti le ferite. Bene, ora posso distruggere quattro potenziali armi in un colpo!"

All'esterno del Taylor Building, Misty Knight e Collen Wing hanno finito di evacuare tutti gli invitati e il personale.
"Misty, manca qualcuno?"
"Aspetta che controllo… manca Stark!"
"Dannazione, il primo giorno di lavoro e già perdiamo il capo… io torno dentro a cercarlo."
Jim Rhodes sente la conversazione e si inserisce.
"Scusate, ma non credo ci sia bisogno di preoccuparsi. Da sempre la prima direttiva di Iron Man in casi del genere è mettere in salvo Mr. Stark."
"Beh, mi scuserà Mr. Rhodes, ma nel mio lavoro non ci si può basare su supposizioni. Io torno dentro!"

Nei sotterranei il Nuovo Figlio sta impegnando allo spasimo Deathlok, Deadpool, Gambit e Iron Man. I primi due vengono colpiti da un raggio d'energia e crollano a terra. Iron Man si lancia contro il Nuovo Figlio, ma questi con un'esplosione lo scaraventa lontano. Resta solo Gambit.
"Come mai sei rimasto indietro, LeBeau? Hai forse paura?"
"No. Anzi, sono convinto che sia tu ad avere paura di me."
"Ah! Io dovrei aver paura di te? Io sono il Nuovo Figlio! Sono la fusione di un androide Adam e dell'erede di Apocalisse, Genesis!"
"Cosa?"
"Chiedi pure al tuo compagno! Wade Wilson è stato il primo a mettere in crisi la fredda logica dell’androide Zero… A poco a poco, esso è riuscito a evolvere la sua persona fino a considerarsi un essere vivente, sconvolgendo completamente i piani di Tyler Dayspring, Genesis, conosciuto anche come Tolliver. Prevedendo l’eventualità della sua morte per mano del tuo compagno Wolverine, aveva progettato di trasferire la sua coscienza nel corpo inerte di Zero… ma la coscienza di Tyler si è fusa con quella di Zero. Sono nato io!"
"Zero… Tolliver! Ecco cosa voleva dire Nyko!"
"Curioso! Hai frainteso l’unico indizio che ti avrebbe permesso di scoprirmi, ma il caso ti ha portato lo stesso a questo punto. D’altronde il fato è sempre stato generoso con te, vero, LeBeau? Nessuno ha mai scoperto tutta la verità sul tuo passato, tranne me e Sinistro!"
"Tu non sai nulla di me!"
"No? Non so come ti sei rivolto a Sinistro per controllare i tuoi poteri? E come il debito verso di lui ti abbia portato a compiere atti indescrivibili… i tuoi compagni hanno davvero creduto che tu abbia solo reclutato i Marauders? Forse solo Rogue intuisce la verità, ma non vuole saperla! O la tragedia che ha portato al tuo concepimento? Il fato della tua famiglia?"
"Cosa vuoi dire?"

"Basta parlare! Ora tocca a te, LeBeau. Per quanto mi sia servito di te, le tue stesse origini ti bollano come un'arma vivente. In tutte le realtà che ho potuto osservare sei sempre stato un'elemento chiave delle guerre mutanti. Per questo devi morire!"
"No! Non puoi condannare le persone solo per il potenziale distruttivo che hanno! Io, Iron Man, Deathlok… siamo forze del Bene!"
"Ah, non esiste Bene o Male. Alla fine è sempre il più forte a prevalere sul più debole!"
Gambit si sforza. I suoi occhi iniziano a crepitare, e flussi di energia cinetica si sprigionano dal suo corpo. Il Nuovo Figlio non fa a tempo ad accorgersene che il suo corpo è carico di energia.
"Pazzo! Non riesco a contenere l'energia! Non posso abbandonare così la mia missione!"
"L'hai voluto tu, Nuovo Figlio! Sono libero di decidere del mio destino! Ti dimostrerò che sbagli!"
-Cosa sto facendo? Gli sto dando ragione così… Devo riassorbire l'energia… e quello che ha detto sulle mie origini…-
Il volto di Gambit si deforma dallo sforzo. A poco a poco, il corpo del Nuovo Figlio smette di brillare, fino a crollare a terra privo di qualsiasi energia. Iron Man osserva la scena esterefatti, mentre Deathlok è sempre privo di sensi. Deadpool riprende conoscenza e vede la scena.
"Ho dormito fino al quattro luglio? Mai visti fuochi d'artificio del genere.
Gambit crolla a terra esausto. Deadpool si avvicina al corpo inerte del Nuovo Figlio.
"Uhmm, con questo potrei anche farci un po' di soldi. Vi saluto, valorosi eroi!"
Il mercenario si teletrasporta insieme al suo atipico bottino. Iron Man e Deathlok si rivolgono verso Gambit.
"Credo che tu ci debba un po' di spiegazioni, X-Man."
Gambit è in evidente imbarazzo. Per sua fortuna arriva Colleen Wing.
"Iron Man! Eccoti."
"Salve, Miss Wing.
Credevo avesse il compito di evacuare il palazzo."
"Esatto. E spero per te che Stark sia al sicuro."
"Certamente. La salvaguardia di Mr. Stark è in cima alla lista delle mie priorità."
"Beh, dal momento che la sicurezza è affidata a noi, vorremmo essere messe a conoscenza delle tue procedure."
"Senta, stavo interrogando un sospetto…"
"Quale sospetto?"
Iron Man si volta e scopre che Gambit è scomparso. Contemporaneamente riceve una comunicazione da Jocasta.
-Tony! Devi metterti in contatto con i Vendicatori! Ne va del destino della Terra!-

All'esterno Morgan Stark sta litigando con il posteggiatore.
"Come sarebbe a dire che la mia macchina non c'è? Non me ne frega niente dell'attacco, io voglio la mia Ferrari!"
Sulla strada per Salem Center sfreccia la Ferrari in questione. All'interno, Gambit si compiace del suo talento di ladro. Intanto, ripensa ad una frase detta dal Nuovo Figlio.
"… le tue stesse origini ti bollano come un'arma vivente…"

 

Fine

 

 

Note dell’Autore:

Con la seconda parte del cross-over con Iron Man, si chiude la trama del Nuovo Figlio. Vista la conclusione "ufficiale" di Nicieza, credo di aver fatto un buon lavoro! Zero era l’androide di Stryfe, ha incontrato Deadpool su MARVEL MIX 10, per poi passare al servizio di Tolliver/Tyler/Genesis su CABLE 3 (MARVEL MINISERIE 21). Aveva acquistato coscienza e si era apparentemente sacrificato su X-UNIVERSE: PHALANX PRELUDIO (MARVEL CROSSOVER 11). Tyler, figlio di Cable traviato da Stryfe, è stato ucciso da Wolverine su WOLVERINE 89.

 

 

 


Gambit #5

LE ASTRONAVI SOPRA BERLINO

Un Tie-in de LA GUERRA DEI MONDI

di Tobia Brunello

 

Berlino. Un bar di certo non segnalato nelle guide turistiche. Sono seduto al bancone, di fronte a me una birra, ai lati un paio di boccali vuoti. Il posacenere è pieno di mozziconi, ma quel grassone di un barista non accenna nemmeno a svuotarlo. Beh, tanto toccherà a lui pulire la cenere dopo… Perché sono qui? Bella domanda. Senza gli X-Men[i] non ho molti posti dove andare. New Orleans è fuori discussione, non voglio farmi coinvolgere dagli affari di mio padre e delle Logge. Ormai tutti i miei amici o sono morti o mi odiano, e ovunque vada c’è qualcuno che ha dei conti aperti con me… Che io ricordi, a Berlino non ho lasciato nulla in sospeso l’ultima volta. Accendo un'altra sigaretta. Il fumo ormai mi da fastidio alla gola, bevo un altro sorso di birra per farmelo passare. Certo è che sono proprio ridotto male… La birra qui in Germania va giù come niente, neanche me ne sono accorto quando ho oltrepassato il limite! La testa inizia a girare, è in questi momenti che invidio Logan e il suo fattore rigenerante. Perché sono a Berlino? Ah, già… Il Sony Center… Ci sono i piani della nuova console, un tipo mi pagherà molto bene se glieli porterò. Dannazione, la cenere! Lo sapevo che prima o poi me la sarei rovesciata addosso, ma ora è meglio andare a dormire, avevo visto un albergo economico qua vicino…
Pago e il barista mi lancia un’occhiataccia. Affari suoi e del tipo con l’impermeabile seduto al bancone, li lascio divertire. Chiuderà anche questo posto!
Arrivo all’albergo e per fortuna il tipo della reception parla inglese! Riesco a prendere una camera. Entrando nell’ascensore vedo entrare il tipo con l’impermeabile… Boh!
La camera è una topaia, ma ho visto di peggio. Il riscaldamento funziona, bene. Da un po’ di tempo a questa parte ho una sorta di avversione per il freddo… Essere scaricato dai tuoi amici in mezzo all’Antartide c’entrerà qualcosa? Ah, è inutile Remy… Non riuscirai mai a far parte dell’allegra famiglia degli X-Men! Sei un misero traditore della tua gente, per quanto cerchi di redimerti il marchio di Sinistro è impresso a fuoco sulla tua fronte. Forse è la birra a farmi parlare, farò meglio a mettermi a dormire. Se solo non ci fosse quel rumore di stivali in corridoio…

 

Il tizio con l’impermeabile entra in una camera vicino. Si toglie gli stivali che facevano tutto quel rumore nel corridoio e si siede sulla scrivania. Un computer portatile è collegato alla presa telefonica attraverso uno strano congegno. L’individuo accende il congegno e il volto di Vormund appare sul monitor. “Oh, ecco il sedicente Hauptmann Deutchland…”
“Piantala! Mi sono reso conto anch’io di quanto fosse ridicolo quel nome… Chiamami Vormund come fanno tutti adesso!”
“Come vanno le cose a New York?”
“Non molto bene, sembra una questione seria. Farò presto ritorno in Germania per coordinare la difesa dagli alieni… Sembra che l’attacco sia imminente.”
“Beh, non contare su di me, ragazzo. Credo di aver trovato qualcosa di meglio da fare.”
“Come? Ma ne va del pianeta stesso…”
“Oh, smettila! Non so a quanto servirà un vecchio rudere come me… Ti ho addestrato, mi aspetto che lo salvi tu il mondo. Io ho già fatto la mia parte per questo paese, quando metà era in mano ai comunisti…”
“In caso di emergenza posso contare sul tuo aiuto?”
“Non so, hai il mio numero, chiamami!”
“Ok. Riguardati, mi raccomando.”
Spegnendo il computer, il misterioso individuo si corica a letto. “Remy LeBeau… chi l’avrebbe mai detto? Forse ho trovato l’alleato migliore che potessi sperare, a parte il mio ex commilitone.”

 

Il sole è già alto quando mi sveglio… Mi alzo, cercando di non badare al mal di testa. Mi dirigo verso l’uscita, pago e lascio le chiavi alla reception. Non tornerò in questo posto a dormire. È ormai un’abitudine cambiare alloggio ogni sera.
Mi dirigo verso Potsdamer Platz. Prima della guerra era forse la piazza più trafficata d’Europa, ora è un immenso cantiere. L’opera più imponente è forse proprio il Sony Center, una piazza racchiusa da un anello di vetro e cemento armato alto almeno una ventina di piani. L’intero complesso ospita uffici, negozi, sale giochi, ogni genere di divertimento tecnologico. Il classico posto dove è possibile cazzeggiare una giornata intera! Il cinema multisala presenta film in anteprima, almeno qui in Europa. Strano, non sapevo avessero fatto una riedizione de “La Guerra dei Mondi”, quella ricostruzione di un tripode è fatta veramente bene. Si muove pure… Oh, porca puttana, è reale! Cosa sta succedendo? Remy LeBeau, sei stato due volte nella capitale Shi’Ar e ti stupisci ancora di una cosuccia come un’invasione aliena? Improvvisamente arrivano militari da tutte le parti, ed un tipo che indossa la bandiera tedesca sembra comandare l’assalto.! Perfetto, se ne occuperanno loro, io ho il miglior diversivo che mi potessi augurare. Nel panico avranno di sicuro lasciato qualche computer acceso. Mi dirigo verso un ingresso evitando i vari colpi vaganti. Un attimo… Una scarica ha colpito una vetrata, e ci sono delle persone sotto! Mi basta guardare la lastra di vetro per caricare le sue molecole di energia cinetica e polverizzarla. Ho compiuto anche oggi la mia buona azione. Mi intrufolo negli uffici prima che un militare troppo zelante noti il fatto e mi colleghi agli X-Men. Riesco a raggiungere un terminale acceso. A quanto pare la fortuna ha deciso di baciare questo cajun! Cerco di ricordarmi quello che mi ha insegnato Kitty Pryde sull’intrusione informatica… Quella ragazza è un genio dei computer, diavolo! Ma cosa…!?! Il tipo che lavorava qua stava guardando le notizie su Internet, quegli affari stanno attaccando dappertutto, dagli Stati Uniti all’Australia. Un fruscio, nonostante la confusione proveniente da fuori, mi mette in allarme: non sono solo! Mi giro di scatto e faccio a tempo a vedere muoversi un impermeabile al di là della porta!
“Tres bien, mon amì! Se vieni fuori potrei anche farti un autografo.”
L’avessi mai detto! Il tipo salta fuori con due pistoloni che farebbero invidia a Cable! È talmente veloce che non ho il tempo di caricargli le armi, quindi mi butto a terra per evitare i colpi. Peccato che l’altro mi è praticamente addosso! Una scarica d’energia proveniente dall’esterno fa crollare il pavimento, separandomi dal mio assalitore! Ho un grosso debito con Miss Fortuna, a quanto pare. Mi rialzo e mi metto a correre per un corridoio. Riesco ad orientarmi bene, sto andando verso il reparto di sviluppo. Ottimo, dovrei trovare quello che certo. Improvvisamente da dietro una scrivania compare una specie di medusa. Due tentacoli si protendono verso di me. Non so se per schifo o per autoconservazione, ma li evito di istinto. Questi sarebbero i marziani? Bello schifo! Afferro un telefono, lo carico di energia e glielo scaravento addosso. L’esplosione lo scaraventa lontano!
“Telefona casa, cojon!”
Uhm, forse non dovevo guardare “Indipendence Day” l’altra sera… Altri quattro tentacoli sono su di me! Riesco a vedere due marziani prima che un dolore lancinante al cervello mi faccia perdere i sensi… Maledetti telepati!

Il tizio con l’impermeabile osserva la scena.
“Ottima mossa, LeBeau! Ora mi toccherà salvarti le chiappe da quelle piovre!”

 

GENOSHA
Cargill e Jenny Ransome stanno combattendo contro i tripodi.
“Diamine, Ransome! Siamo state tagliate fuori dal resto delle truppe! Siamo spacciate!”
“Taci, Cargill! Non lascerò che questi marziani devastino ulteriormente la mia terra!”
Le due donne si ritrovano accerchiate. Jenny Ransome spara all’impazzata. “Avanti! Fatemi vedere di cosa siete capaci!”. Alle loro spalle si forma una luce accecante, seguita da una sorta di vortice. Dal vortice emerge la sagoma di Havok, crepitante di energia. “A quanto pare Gateway non vuole lasciarmi un attimo di tregua!”
Dalle mani di Alex Summers partono delle raffiche al plasma che abbattono i tripodi. “Summers! Che fine avevi fatto?”
“Una… vecchia conoscenza mi ha trasportato in Australia ad aiutare degli amici a sconfiggere gli alieni[ii]. A quanto pare il mio destino è proteggere quel posto dalle invasioni spaziali[iii]! Com’è la situazione qui, Jenny?”
“Resistiamo, ma non so per quanto ancora. Senza Magneto…”
Quasi come in risposta all’invocazione della ragazza, l’aria si carica di energia magnetica. In breve i tripodi sono spazzati via.
Cargill è visibilmente soddisfatta nel vedere all’opera il potere di Magneto, mentre il volto di Jenny Ransome tradisce una certa preoccupazione. Improvvisamente il comunicatore di Havok suona.
“Pietro?”
“Al*°§… ç駧éç ò òçéò òè*ç … Predon* *éç Inghilt*çç@…***”
“L’intervento di Magneto ha disturbato le comunicazioni, ma ha parlato del gruppo di mio padre… Devo trovare Pipeline!”

 

Al mio risveglio (dopo quanto? Mi sembra siano passati giorni…) sono legato ad una sorta di tavolo operatorio… Lo odio! Odio questi ambienti! Devono avermi portato nel loro avamposto terrestre… Davanti a me un paio di alieni osservano un monitor… a quanto pare lo spettacolo di questa sera è il mio codice genetico. Cerco di fare esplodere le cinghie che mi tengono fermo ma non succede niente! Dannazione, ma questi dannati collari anti-mutanti li esportano anche nello spazio? Se non li spaccassi ogni volta, ne regalerei uno a Rogue… Ma cosa sta succedendo? Negli altri monitor vedo gli alieni combattere contro le truppe tedesche e quel tipo vestito con la bandiera. In un altro monitor vedo un’astronave riempirsi di supereroi e accingersi a partire[iv]. A quanto pare i buoni hanno deciso di passare al contrattacco! Cosa mi sta succedendo? Sento l’energia defluire dal mio corpo… questi maledetti la stanno incanalando verso una specie di cannone! Nel monitor vedo l’astronave preparasi a partire. Vogliono usare il mio potere per abbattere tutti gli eroi! Complimenti, Remy! Il tradimento definitivo! Se solo riuscissi a rompere questo collare… Non ci credo! È saltato, come se qualcuno gli avesse sparato!

Da una presa d’areazione, il tizio con l’impermeabile smonta il silenziatore dalla pistola.
“Ti ho dato una possibilità, LeBeau. Sfruttila a dovere!”

Faccio saltare le cinghie. Solo ora mi sono accorto che sono nudo! Beh, non credo che a questi alieni interessi molto. Afferro degli strani attrezzi (non oso pensare a dove potrebbero avermeli infilati…), li carico e li lancio contro i medusoni. Che schifo! Saltano in aria come le bolle della pizza!
La copertura di questo posto si ritira. Il cannone è pronto a sparare. Devo fare qualcosa… riprendermi la mia energia cinetica! Ma non ce l’ho fatta con Nyko[v], come posso farcela ora? Vedo sul monitor l’astronave in volo… Per una volta, LeBeau, non essere egoista! Ne va del pianeta. Afferro quella sorta di batteria che alimenta il cannone e sento rifluire l’energia in me… Mon dieu! Non la tengo più, è troppa! Inoltre a quanto pare iniziano ad arrivare altri medusoni… Ok, è ora!
Au revoir, mondo! Spero di lasciarti in mano agli umani! Libero tutta l’energia in un colpo. Credo che l’esplosione demolirà questo posto fino all’ultimo mattone. Quanta luce…

 

Fine

 

 

Note dell’autore:

Ok, non ce la facevo più a scrivere tre serie… quindi ho deciso di smettere con Gambit e farlo morire… Non ci credete? Beh, allora tornate presto, e scoprirete se il prossimo episodio sarà il funerale di Remy. Sempre che, su GUERRA DEI MONDI 2 gli eroi riescano a salvare il pianeta!

 

 

 


Gambit #6

LA CURA - prima parte

di Tobia Brunello 

(e un piccolo contributo di Mr. T, per presentarvi la Nuova Confraternita dei Mutanti)

 

La luce. Accecante. Poi la quiete. Remy LeBeau non capisce dove si trovi, vede due figure enormi, che sembrano scrutarlo… Poi sente due mani, anch’esse enormi, afferrarlo e scaraventarlo in un pozzo oscuro. Un ghigno sinistro riempie la sua mente.

Remy urla, spalanca gli occhi e si rende conto di trovarsi in un letto d’ospedale. Al suo fianco un medico ed una figura seduta su una sedia.

“Fühlent Sie sich gut, Doktor?”

“Ich glaube ja... Lebensanzeichen...“

“Können Sie von diesem Platz hinausgehen?”

“Ja, ich denke ja.”.[vi]
”Wunderbar! LeBeau, rivestiti!”

Remy, una volta che capisce cosa sta succedendo, riconosce la persona dai modi tanto bruschi.

“Maverick? Che sta succedendo?”

“Succede che hai dormito per quasi due mesi, dopo il casino che hai combinato in quella base aliena! Sono riuscito ad uscirne solo grazie al mio potere di assorbire gli impatti…”
Remy si alza ed inizia a vestirsi. “Un momento, eri te il personaggio che mi seguiva?”

“Certo, volevo capire per quale motivo eri qui in Germania e se eri in grado di aiutarmi.”

“Aiutarti in cosa, mon ami?”

“Una questione di vitale importanza… la salvezza del genere mutante!”

 

Parigi. Sekhmet Conoway sta leggendo una rivista di archeologia seduta ad un caffè, quando sopraggiunge un’avvenente ragazza che si siede al suo tavolo.

“Jaqueline Gavin?” chiede l’archeologa con un sorriso ironico.

“Ridi, ridi… Come mai mi hai chiamata, ehm, chiamato?” risponde il mutaforma chiamato Corriere

“Devi riuscire a contattare Gambit, devo assolutamente parlare con lui.”

”Affari o piacere?”

“A te cosa importa? Comunque è una questione di affari, principalmente.”

“Sarà dura, è scomparso da un bel po’… Che cosa gli devo riferire?”

“Digli semplicemente che devo assolutamente vederlo, è una questione di primaria importanza!”

 

Germania. Maverick e Gambit sono in una stanza senza finestre. Il tedesco sta mostrando qualcosa su un monitor al cajun.

“Non capisco, mon ami, cosa sarebbe questa sfilza di caratteri?”

“La cura per il virus Legacy!”

“Cosa?!?”

“Hai capito, cajun! Ho recuperato questo disco a Genosha, nelle rovine del laboratorio di Sugar-Man[vii]. A quanto pare quel mostro era riuscito a studiare un modo per sconfiggere il virus (probabilmente insieme alla Bestia Nera), ma non riesco a decifrarlo senza un codice. Inoltre avrei bisogno di un modello matematico del virus…”

“Un secondo! Come diavolo fai a sapere tutte queste cose su Sugar-Man, Bestia Nera…”

“Ho le mie fonti… che mi hanno detto che un modello matematico del virus era nelle mani di Black Air.”

“Black Air? L’organizzazione britannica?”

“Esatto. Sono riuscito ad averne una copia, ma è impossibile da decifrare. Sembra un linguaggio di programmazione alieno…”

“Aspetta, su Muir avevo letto qualcosa a proposito… Queste sono le informazioni che Zero aveva trasmesso a Douglock[viii]…”

“Si, e allora?”

“Non è un linguaggio alieno, ma un sistema operativo che verrà sviluppato tra un paio di millenni! Probabilmente il sistema operativo di Zero sarebbe in grado di decifrarlo, no?”

“Può darsi, cajun… Ma dove diavolo lo troviamo un sistema operativo del genere?”

“Di un po’, quanto ci si mette ad arrivare a San Francisco?”

 

Londra. L’agente Scratch può finalmente tornare in servizio, dopo che le ferite infertegli da Pete Wisdom e da quel dannato draghetto lo avevano costretto ad un periodo di “ferie”. Ora, entrando nella sede di Black Air e sedendosi alla sua scrivania, si sente finalmente a casa.

“Il mondo sarà andato a rotoli in mia assenza… e questo cos’è? Un dossier sull’invasione marziana? Ah, certo, quelli del 1901… Un atterraggio alieno nello Yorkshire… e questo cos’è? La chiave si è svegliata?” Il telefono squilla.

“Parla Scratch, che c’è? Si, ho letto dello Yorkshire… Ma la faccenda della Chiave? Sicuri? Ok, parto per lo Yorkshire immediatamente[ix]…”

 

San Francisco, Villa Inferno. Un covo di mercenari della peggior specie. In un posto del genere l’individuo più rispettato in genere è anche il più pericoloso. Ed in effetti a nessuno dei presenti verrebbe voglia di mettersi conto Deadpool. Il mercenario è seduto ad un tavolo a giocare a poker, insieme all’amico Weasel, Snakeskin e C.F..

Improvvisamente una sente una mano sulla spalla, ed il fumo di una sigaretta gli riempie le narici.

“Ehi amico! Se mi bruci il mio bel costume me ne rifaccio uno con le tue budella… Gambit?”

“Bonsoir, Wilson! È da quella faccenda con Iron Man che non ci si vede… Potevi anche telefonare, non?”

Deadpool nota che insieme a Gambit c’è anche Maverick.

“Ehi, che ci fa qui il crauto?”

“Wilson, tu hai qualcosa che vogliamo!”

“Ehm… cosa di preciso?”

In quel momento si ode uno schianto, e una figura vestita di bianco irrompe nel locale, urlando:

“GIUSTIZIA SARÀ FATTA!”

Deadpool, Snakeskin e C.F. si guardano per un istante, al che si girano verso il nuovo arrivato e iniziano a sparare. Il Flagello crolla a terra senza vita.

“Un altro Flagello… cos’è, il quarto questo mese?”

“Il terzo, Wade.”

“Ah, è vero… Pulisci te questo casino, io devo parlare con i due uomini del mistero. Cosa volete?”

“Il corpo di Zero!”

“Quello?!? Ma cosa ve ne fate? Guarda che è inservibile, cajun… Ci ho provato in tutti i modi a farlo funzionare, il mio amico Weasel te lo può confermare, ma al massimo sono riuscito a usarlo come lettore cd…”

“Affari nostri. Dov’è?”

“A casa sua!” dice Deadpool indicando Weasel.

L’amico di Deadpool sfoggia un sorriso nervoso. “Ehm, si, ecco, io stavo giusto controllando…”

Maverick interviene scocciato. “Andiamo, allora. Facci strada!”

Mentre escono dal locale, Maverick ha un mancamento e rischia di cadere a terra. Solo il pronto intervento di Gambit gli permette di restare in piedi.

“Stai bene, mon ami?”

“Per niente! Il Legacy mi fa perdere il controllo dei miei poteri… assorbo ogni tipo di impatto e mi ritrovo in una situazione di privazione sensoriale. Succede sempre più spesso… Muoviamoci, ora ce la faccio!”

 

Poco dopo, nell’appartamento di Weasel, Maverick e il padrone di casa stanno lavorando su quel che rimane del corpo inerte di Zero, mentre Gambit e Deadpool sono seduti sul divano a guardare la televisione.

“Allora, come va la vita tra voi paladini della coesistenza pacifica?”

“Me ne sono andato.”

“Cosa? Te ne sei andato o ti hanno cacciato (un’altra volta…)?”

“Me ne sono andato… Chissà come, ma ora comanda Cable…”

“Ahia… Il sergente di ferro (in tutti i sensi) ha preso il controllo degli X-Men?”

“Almeno di una squadra… l’altra è diventata un asilo…”

“Senti, e di Syrin hai notizie? Seriamente, è da parecchio tempo che non si fa sentire… so che era rimasta ferita in uno scontro con i Satiri…”

“Mi spiace, ma X-Force non si fa sentire spesso, sono fieri della loro indipendenza… fin troppo.”

“L’asino che dà del somaro al mulo… Sembra che quei due abbiano finito di là. WEASEL!”

L’esile uomo si affaccia alla porta della stanza sistemandosi gli occhiali sul naso.

“Abbiamo finito! Ora quanto meno si dovrebbero riuscire a leggere il contenuto del disco.”

Deadpool entra nella stanza, e vede Maverick visibilmente stremato.

“Ragazzo mio, questa cosa ti ucciderà!”

“Wilson, mi fai rimpiangere di averti liberato da Slayback[x]…”

“Beh, eri in debito per quando io ti ho salvato le chiappe dal Rinforzatore, no?”

Weasel sgrana gli occhi.

“Il Rinforzatore? Quello sfigato?”

Maverick è visibilmente infastidito.

Gambit interrompe la discussione.

“Scusate, ma qui sul monitor sta apparendo qualcosa… Non vorrei azzardare ipotesi affrettate, ma…”

Maverick si fionda sul monitor. “Non è possibile! Qui ci sono tutte le informazioni necessarie per sconfiggere il virus… Aspetta, ho già visto qualcosa di simile! Dobbiamo tornare a Genosha!”

 

Una spiaggia sul lato nord di Genosha, due giorni dopo. Due figura in muta da sub emergono dalle acque.

 

La Legge dell’Attrazione per loro è stata riscritta. Sono un campo elettromagnetico in cui i simili si attraggono. Nel ventre di Genosha sorge  la nuova alba mutante.
Alla luce ionizzata dai loro stessi poteri, una donna, i capelli biondi raccolti dietro la nuca, i lineamenti giovani e simmetricamente perfetti, siede ai limiti di un tavolo nella penombra di fronte all’uomo più potente di Genosha, in paziente attesa. Al centro del tavolo, una bottiglia di spumante è versata in bicchieri luminescenti, mentre un paio di scorze di limone vengono preparate da coltelli, un drink sotto il controllo assoluto del Signore del Magnetismo.
La donna apre gli occhi, di un azzurro vivo, nei cui riflessi vi si legge il trascorrere di una vita molto più lunga, prestando attenzione “L’Artista. Mi comunica che Mother dice che sono arrivati.” Avverte la donna con voce tranquilla, “proprio come previsto dal nostro giovane nuovo arrivato.”

“Allora lasciamo accadere ciò che deve accadere, mia cara.” Risponde con un sorriso accondiscendente Magneto. “Aiutiamo il destino mutante a compiersi con una piccola spinta.”
I calici si alzano leggeri dal tavolo, tintinnano un brindisi, sostenuti da mani invisibili e giunti alla bocca vengono afferrati con delicatezza.

“A chi controlla chi crede di controllare, Magnus. A noi, a Genosha, ai mutanti, liberi.”

“Così sia, Nicole. A noi, a Genosha, ai mutanti, liberi.”

 

“Allora, mon ami, dove sarebbe questo fantomatico laboratorio?”

“Quel che ne resta è situato su quella catena montuosa… Muoviti!”

“Ma perché siamo venuti qui?”

“Ascoltami bene, LeBeau. Il maggior focolaio di Legacy si trova qui a Genosha, giusto?

”Si, la MacTaggart aveva detto che le manipolazioni subite avevano reso la popolazione mutata molto vulnerabile al virus…”

“Ora, immagina che razza di potere avrebbe su quella massa qualcuno che possiede la cura per il virus. E pensa che quella persona è Sugar Man!”

“Stai dicendo che sta progettando un colpo di stato?”

“Lo sta progettando da molto tempo, ma ultimamente Magneto ha trovato degli alleati potentissimi, a quanto pare. Se vorrà agire, lo farà subito. Forse potremmo avvisare Magneto…”

Remy ci riflette un attimo. “Allearsi con Magneto? È fuori discussione. Muoviamoci, se recuperiamo la cura, risolviamo il problema alla radice.”

 

La terra trema sotto i piedi, fatto insolito nell’isola Stato di Genosha. Ma il terremoto è circoscritto ai due mutanti e l’epicentro è sotto i piedi di Maverick!

Non se ne accorge, lo avesse saputo non avrebbe fatto differenza, non avrebbe avuto scampo comunque. Come lava esplosa da un vulcano, l’attacco del mutante è altrettanto potente e devastante: Maverick viene spazzato via, contro i primi agglomerati di Genosha, l’armatura in pezzi; privo di coscienza, cade a terra, riverso su se stesso. E’ bastato un colpo solo.

Gambit avverte il suono della terra che si spacca confondersi e sfumare nel metallo e le ossa dell’amico. Poi silenzio. Si guarda intorno, nessuno, nessuno ha colpito Maverick!? Sente il cuore battergli accelerato nel petto, quello che prova non gli piace.

Dei passi pesanti, dietro di sé!
L’uomo che ora ha di fronte gli ricorda Cable, solo lui è così grosso; sembra un soldato, vestito di un lungo trench nero, indossa un nera armatura da combattimento, guanti e stivali compresi, il volto è coperto da una maschera attillata con un’enorme, rossa X su un campo nero come la notte. Sembra sorrida sotto la maschera, gingillandosi con uno sfollagente torchiato, la sua voce è roca e ti comprime il cuore.

“Al tuo amico ci ha pensato il mio. Tu, invece, sei mio. Ultime parole famose?”

“Ehm… alzo bandiera bianca, mon amis, ça va?” Gambit alza le mani in segno di resa. A volte occorre sacrificare dei pezzi importanti e subire delle perdite per vincere la partita e Remy LeBeau è un ottimo giocatore.

 

 

Palazzo di Magneto. Remy è incatenato e privato dei poteri. Al suo fianco, Maverick è ancora privo di sensi. Di fronte a lui, il dittatore dell’isola, Magneto, il Signore del Magnetismo.

“Sapevo che era solo questione di tempo che voi X-Men avreste deciso di interferire nelle questioni genoshane.”

“Gli X-Men non c’entrano. Non faccio più parte del gruppo.”

“Hanno finalmente aperto gli occhi, LeBeau? Addirittura loro si sono convinti che un traditore come te è al di là di ogni possibilità di redenzione?”

“Non è il momento di rinfacciarmi vecchie colpe…”
”Non è il momento? Ho visto cos’è successo nei tunnel dei Morlock grazie a te! Ho sentito le urla, i pianti… Ho visto cose che non vedevo dalla mia infanzia! Ho giurato a me stesso di non permettere più che accadano cose del genere, e di non avere pietà con i responsabili…” Il potere di Magneto agisce sul corpo di Gambit, provocandogli dolorosi spasmi muscolari.

In quell’istante, Amelia Voght entra nella stanza. “Magneto! Stanno scoppiando rivolte nei campi di raccolta dei malati di Legacy! E sembra che anche il resto della popolazione voglia appoggiare i ribelli!”

“La tua esecuzione è solo rinviata, LeBeau!”

Magneto esce dalla stanza, mentre dalla porta una figura che ha osservato tutto il dialogo si dirige verso un terminale di comunicazione.

“Psylocke? Sono Havok, c’è un grosso problema a Genosha!”

 

Nel suo rifugio, lo Sugar Man osserva i combattimenti tra i mutanti e le forze di Magneto. “Eccellente. Tutto va secondo le previsioni!”

 

Continua...

 

 

 


Gli Incredibili X-Men #7

LA CURA - seconda parte

di Tobia Brunello e Sergio Gambitt

 

 

Westchester. Nathan Summers sta passaggiando per il cortile della scuola Xavier, al suo fianco un’improbabile compagnia, Jubilee.

“Quindi mi stai dicendo che tu e il sosia di Wolverine avete combattuto Khyber nel mio chalet in Svizzera, giusto[xi]?”
”Esatto, ramboide! E lasciatelo dire, devi fare più attenzione ai tuoi nascondigli, sai? Quella lattina di Pierce aveva preso il controllo di tutto l’edificio, ormai…”

“Ok, e Khyber cosa c’entrava?”

“Non lo so, ad un certo punto è saltato fuori e si è portato via Pierce, farfugliando qualcosa di strano su vecchi debiti, etc…”

“Se tu mi aprissi la tua mente, potrei raggiungere quei ricordi facilmente, Jubilee.”
”Col cavolo che ti lascio passeggiare per la mia testa, razza di guerrigliero ipertrofico! Non voglio mica diventare una guerrigliera clandestina, è questa la fine che fanno tutti i ragazzi che hanno qualcosa a che fare con te…”

“Ma…”

“Addio, ho lezione adesso! Salutami Gateway, quando lo vedi!”

Una voce risuona nella mente di Nathan

*Lo so, è indisponente a volte!*

*Professore! Come può sperare di istruire una squadra se i suoi allievi si comportano così?*

*Ne abbiamo già parlato a suo tempo, Nathan! Non nego che il tuo approccio ai problemi mutanti può anche portare maggiori benefici nell’immediato, ma che futuro ci aspetta se trasformo tutti i miei ragazzi in soldati? Per prima cosa devono imparare ad essere persone…*

*Non ho voglia di riprendere questa discussione, Charles. Ormai non so nemmeno io che futuro ci aspetta… Spero che tu abbia ragione, e che il mio cammino sia solo un eccesso di prudenza…*

*Prudenza, Nathan? Attento, non è poi molta la differenza che passa tra prudenza e paranoia… Sei sempre più convinto che una guerra genetica sia alle porte, ma dovresti riporre più fiducia negli animi umani.*

*Te l’ho già detto, Charles. Non credo che l’atteggiamento aggressivo di Magneto sia giusto, per carità, ma a volte dobbiamo colpire i nostri nemici senza pietà. Altrimenti ci dimostriamo deboli…*

*Nathan, credevo di averti insegnato qualcosa quando giungesti in questo tempo…*

*Charles, tu non hai idea di cosa ho sopportato in guerra!*

*Credi? Io credevo di aver perso un fratellastro quando ero soldato… So cos’è la guerra, e ti assicuro che il mio scopo principale è evitarla. Ma ho capito che la clandestinità non è positiva, dobbiamo conquistare la fiducia della gente!*

*Posso capirlo, Charles, ma non condividerlo. E anche gli altri X-Men in Australia sono del mio stesso avviso…*

*Anche Kurt?*

*… Beh, Kurt non è completamente d’accordo con me, ho quasi l’impressione che resti con noi per controllare che non esageriamo. Credo di non avere la sua fiducia*

*Cerca di capirlo… Kurt è sempre stato in Inghilterra in questi anni, quasi non ti ha conosciuto, per lui sei semplicemente la persona che ha trasformato i Nuovi Mutanti in X-Force.*

Mentre i due dialogano telepaticamente, si apre un portale di teletrasporto vicino a Cable.

*A quanto pare sono desiderato in Australia, Charles! Ti lascio!*

 

Australia. Cable attraversa il portale, e si ritrova nella stanza comunicazioni della base. Mentre Gateway smette di far roteare il suo bolo, Cable nota che tutti gli X-Men sono radunati davanti ad un monitor che ritrae la faccia di Havok. Psylocke, seduta alla console di comando.

“Bentornato, Cable. Abbiamo ricevuto questo messaggio da Havok. A quanto pare una nostra vecchia conoscenza si è messa nei guai a Genosha. Ascolta!”

La registrazione parte:

“Psylocke? Sono Havok, c’è un grosso problema a Genosha!”

“Alex? Parla pure!”

“Gambit e Maverick sono arrivati sull’isola e sono stati catturati da dei nuovi alleati di Magneto. Contemporaneamente, sono scoppiate delle rivolte tra i malati di Legacy. Scommetto che le due cose sono legate. Purtroppo non posso avvicinarmi alla cella di Gambit, ma ho sentito chiaramente che Magneto parlava di esecuzione. Dannazione, ora devo andare, teletrasportatevi a queste coordinate!”

Psylocke si gira verso Cable.

“Allora?”

Nathan è pensieroso. È stato lui ad indurre Gambit a lasciare il gruppo, e non se ne pente di certo. Però osservando gli sguardi dei suoi compagni, capisce che non può lasciarlo nelle mani di Magneto. Nel bene o nel male, è uno di loro.

“Andiamo a riprenderci Gambit!”

Rogue stringe i pugni con rabbia.

“Ce ne hai messo di tempo per deciderti, dolcezza… Non auguro a nessuno di essere prigioniero a Genosha!”

“Però dobbiamo agire con discrezione. Io e Kurt useremo i portali di Gateway, e andremo direttamente nella cittadella di Magneto, gli altri andranno con Betsy all’appuntamento con Havok!”

“Perché?” chiede Kurt perplesso.

“I portali di Gateway sono di origine mutante, e quindi è probabile che ci individueranno una volta là. Così, mentre noi attireremo l’attenzione, Psylocke può portare gli altri attraverso i suoi poteri mistici, difficilmente riconoscibili dagli strumenti dei genoshani.”

“E perché dovrei venire io con te?”

“Perché è la parte più pericolosa della missione, Kurt. Ho bisogno di qualcuno con esperienza ed in grado di scappare facilmente.”

“Quindi a noi toccherebbe liberare Gambit, eh?” interviene Arcangelo.

“Esattamente. Spero non ti dia problemi.”

“No, nessun problema…”

“Warren, niente colpi di testa, ok?”

“Non devi essere certo tu a dirmelo, Cable!”

Cable lancia un’occhiataccia ad Arcangelo, il quale mantiene uno sguardo di sfida.

“Ricordatevi, la nostra priorità è liberare Gambit e Maverick. Una volta fatto questo, valuteremo la situazione genoshana e se è il caso di intervenire. Kurt, sei pronto? Gateway ha già aperto il portale!”

“Agli ordini, Mein Kapitän!”

I due attraversano il portale, mentre la stanza si riempie di ombre provenienti da Psylocke che sembrano inghiottire tutti i restanti X-Men con l’eccezione di Gateway.

Cable e Nightcrawler compaiono all’interno della cittadella di Magneto.

Magneto, insieme ad altre sette figure, li individuano subito sui monitor.

“Lo sapevo che sarebbero venuti.”

“Dobbiamo occuparcene, Magnus?”

“No, Nicole. Ci penso io. Voi andate a controllare che le rivolte non si estendano troppo.

Cable e Nightcrawler continuano a vagare per il complesso.

“Allora, mein freund, cosa facciamo a questo punto? Non mi sembra una buona idea quella di fare semplicemente da esche!”

“Hai sentito cosa aveva detto Havok? Magneto ha dei nuovi alleati che non conosciamo… se vogliamo salvare Gambit dobbiamo farlo nella maniera più discreta possibile. Di sicuro siamo attesi, facciamogli credere che siamo noi il gruppo di soccorso, così gli altri potranno operare con maggiore libertà! Ad ogni modo, ti ho voluto con me perché sei in grado di fuggire se le cose si mettono male.”

Una voce alle spalle li sorprende.

“Cosa intendi per “mettersi male”, Cable? Una situazione del genere?”

Una scarica elettromagnetica investe i due X-Men, mentre il responsabile dell’attacco si avvicina a piccoli passi.

“Cable… sei così stupido da affrontarmi nuovamente? Ricordi cosa ti è successo l’ultima volta? Ricordi il tuo braccio, tutta la tua parte sinistra del corpo in mio totale controllo[xii]?”

“Io non dimentico facilmente, Magneto!”

Kurt Wagner si teleporta alle spalle di Magneto con la sua caratteristica zaffata di zolfo. Con uno schiocco delle dita, Magneto lo allontana magneticamente. “Sciocco! Ogni volta che entri ed esci da questa dimensioni, provochi una variazione nel campo magnetico, come quando apri due finestre contrapposte in una giornata di vento!”

“Hai finito di farci la lezione, Magneto?”

Cable inizia ad usare i suoi poteri telecinetici come mai ha fatto prima.

“Interessante, Cable… Non sapevo avessi acquisito tanta padronanza dei tuoi poteri!”

“A quanto pare frequentare gli X-Men mi ha portato qualche beneficio!”

 

“Remy ha davvero scatenato tutto questo?!”

La situazione: Rogue, Psylocke ed Arcangelo si trovano in un vicolo della capitale di Genosha, mentre sopra le loro teste infuria una battaglia all’ultimo sangue tra due diverse fazioni di Genoshani. Mutati contro mutati, poteri strabilianti contro poteri strabilianti, cittadini contro cittadini. E, tra tutto questo, il pericolo del virus Legacy che in ogni momento rischia di far impazzire tali potenziali apocalittici.

“No, Rogue, non proprio.” dice una voce dietro ai tre, che risponde al nome del magistrato Alex Summers, altresì conosciuto come Havok, “Gambit è stato catturato subito prima che la rivolta scoppiasse. Sembra una coincidenza forzata, ma al momento nessuna prova porta a pensare che tra le due cose ci sia un legame.”

“Chiediamolo a lui, no?” interviene Betsy “Se mi indichi approssimativamente la zona in cui si trova non dovrebbe essere difficile contattarlo psichicamente.”

“Sicura di farcela, Betsy?” chiede Warren con un fondo di preoccupazione nella voce “Portarci dall’Australia in Africa deve aver provato i tuoi poteri e ora una ricerca te…”

“Sto benissimo Warren.” taglia lei senza fare troppi complimenti, e poi, rivolta ad Alex Summers “Havok?”

“Si trova nei sotterranei della roccaforte di Magneto. Pressappoco in quella direzione” risponde lui indicando una costruzione simile ad un castello medievale ma costruita con gli ultimi ritrovati della tecnologia.

“Va bene…” sussurra Psylocke e porta entrambe le mani alle tempie, mentre luce fucsia comincia a fuoriuscire dalla sua fronte e il marchio rosso dell’Alba Cremisi si accende di luce propria. Scartando tutte le tracce psichiche diverse da quella ormai familiare di Gambit, pensa al suo scatto nei confronti di Arcangelo. In realtà non voleva essere così brusca, ma dopo quel che era successo con il Re delle Ombre e con Elektra, dopo aver riacquistato i poteri telepatici e aver preso piena consapevolezza di quelli mistici legati all’Alba Cremisi, si era sentita finalmente, per la prima volta nella sua vita, completa. Come se fosse diventata quello che sapeva dover diventare un giorno. Eppure non ne aveva voluto parlare con nessuno, nemmeno con Warren. Aveva intrapreso questo sentiero da sola, per sé stessa, e voleva arrivarne alla fine da sola. E per farlo, non vedeva modo migliore che usare le proprie facoltà fino allo…

*Gambit! Finalmente! Stai bene?*

*Ehy… ecco la mia ninja preferita! Cosa c’è, la mia psiche ti affascina così tanto da tentare di forzarla ogni volta ne hai l’occasione?*

*Senti, Gambit, sono già stanca per la ricerca e la tua mente non è certo la più facile da leggere, quindi che ne dici di dirmi subito cosa sta succedendo qui?*

*Très bien, ma chéri. Sono venuto a Genosha per recuperare la cura del Legacy dalle mani dello Sugar Man, quando…*

*Aspetta! La cura di cosa?!*

*Del Legacy! Pensavo lo sapeste. Lo Sugar Man ha in mano la cura e la sta usando per tirare dalla propria parte i mutati di Genosha stanchi della dittatura di Magneto. E’ lui ad aver scatenato la rivolta nell’isola.*

*Però! Sai per caso dove si nasconde?*

*Ti passo telepaticamente le coordinate…* ed un flusso di informazioni sparse passa dalla mente di Gambit a quella di Psylocke, fino a configurarsi nell’immagine di un laboratorio su delle montagne alle porte di Genosha.

*Grazie per l’informazione. Fra poco passeremo a liberarti. Chiudo il contatto* e Betsy interrompe la comunicazione telepatica.

“Allora? L’hai trovato?! Come sta?!” esclama Rogue, il tono della voce un po’ incrinato dalla apprensione per il ragazzo che forse è stato l’unico amore della sua vita.

“Sta bene, Rogue…” risponde Betsy “Mi ha deeeeee…” ed ha un mancamento. Prontamente Arcangelo reagisce e la prende in braccio prima che tocchi terra, poi dice:

“Lo sforzo è stato eccessivo per lei, dobbiamo trovare un posto sicuro per farla riposare…”

“Forse nei miei alloggi al palazzo…” suggerisce Havok.

“No!” esclama Betsy, riprendendosi immediatamente e scostando le braccia di Warren dalle proprie “Va tutto bene, ho solo bisogno di lasciar riposare i miei poteri. Ascoltate: Gambit mi ha detto che è stato lo Sugar Man a scatenare la rivolta. Lui ha messo le mani sulla cura del Legacy e…”

“La cura di cosa?!” esclamano gli altri tre quasi all’unisono.

“Del Legacy.” riprende Psylocke, guardandoli negli occhi “E’ per questo che voi dovete andare nel suo laboratorio a recuperarla mentre io penso a salvare Gambit…”

“E perché dovresti andare tu?” interviene Rogue, un po’ ingelosita.

“Le vostre abilità sono troppo… ingombranti in un’azione di recupero delicata come questa. Serve qualcuno in grado di penetrare in una base nemica senza essere visto. Un ninja. Ed è quello che sono io. Inoltre sono troppo stanca per teleportarvi tutti fin lì, l’avete visto anche voi.”

“Ma…” tenta di dire Arcangelo, quando Psylocke lo interrompe.

“Nessuna obiezione, Warren. Tesoro…” il suo sguardo si fa più dolce “…lo sai che ci tengo a te, ma sai anche quanto mi dia fastidio l’essere trattata come una piccola ragazzina indifesa. Almeno tu… fidati di me”

“Io…” risponde lui titubante “…e va bene, ma quando sarà finita questa storia io e te ci prenderemo una bella pausa! Dobbiamo parlare…”

“Ottimo…” dice Betsy, e poi proiettando l’immagine del laboratorio dello Sugar Man nelle menti dei suoi compagni “Ecco… qui è dove dovete andare…”

“Sì, riconosco questo posto, è a non più di venti minuti da qui” afferma Havok.

“Bene,” risponde Psylocke “resterò in contatto telepatico con Warren, per ogni evenienza. Buona fortuna.” e scompare nelle ombre del vicolo.

 

Un’ombra si aggira furtiva per i sotterranei del Palazzo di Stato di Genosha. Con sottili passi felpati evita le guardie poste ad ogni angolo, mentre continua ad entrare ed uscire dalle tenebre dei corridoi e con un piccolo sforzo di volontà usa la propria telepatia per nascondersi alle sonde psichiche a cui vengono sottoposte le prigioni ogni mezz’ora. Tutto questo seguendo la flebile traccia della mente di Remy LeBeau, il suo compagno di squadra Gambit, imprigionato dal dittatore di Genosha Magneto che intende giustiziarlo per i suoi crimini contro i Morlock. Finalmente Betsy Braddock raggiunge la porta della cella in cui si trovano sia Gambit che la flebile traccia psichica di un altro uomo che una breve ispezione telepatica rivela chiamarsi David North, Maverick, e penetra dentro.

“Ehy Psylocke!” grida la faccia allarmata di Gambit appena la vede “Attenta!” ma l’avvertimento, come la sensazione di un attacco imminente, arrivano troppo tardi. Una gigantesca massa crolla su Psylocke e la scaraventa contro un muro.

“E così alla fine gli X Men sono arrivati a salvare la povera pecorella smarrita…” dice una voce femminile ma molto autoritaria mentre Betsy si sta riprendendo dall’assalto “Chissà perché  darsi tanta pena per un bastardo di questo tipo, poi...”

“E’ un X-Man, e questo basta… Cargill!” e con un movimento fulmineo Psylocke rotola via dalla fortissima accolita per rialzarsi a qualche metro di distanza, le lame psichiche protese dalle nocche di entrambe le mani.

“E può anche cancellare i crimini di una vita?!” esclama Cargill lanciandosi di nuovo contro Betsy, che però questa volta non è impreparata. La ninja aspetta che l’accolita gli sia a tiro, poi scarta sulla destra all’ultimo secondo e sfruttando l’inerzia del suo attacco la porta con sé all’interno delle ombre sulla parete, per ricomparire dal soffitto e farla cadere sul pavimento subito prima di atterrarle sopra. Nonostante questo però Cargill riesce ad afferrarle una caviglia ed a farla cadere qualche metro più in là. Le due si rialzano e cominciano a scrutarsi negli occhi. Il marchio dell’Alba Cremisi inizia a brillare sul volto di Psylocke, mentre usa la propria telepatia per tentare di penetrare la psiche di Cargill, senza successo.

“Credi che sia così facile, X-Man? Dovreste sapere che la dotazione standard dell’armamentario di ogni accolito prevede schermi psichici in grado di sopportare le intrusioni di telepati di livello alfa. E tu speri di cavarmi qualcosa?”

“Conosco ogni anfratto della tua coscienza.” risponde Psylocke mentre ormai il suo volto è diventato interamente nero eccetto per il rosso brillante del marchio “Sento il dolore di essere buttata fuori casa da genitori mediocri ed impauriti, percepisco le urla della gente del tuo paese che ti insegue per lapidarti, avverto il fragore del tuo cuore che si spezza dopo essere stata sedotta e abbandonata da un affascinante ladro dagli occhi rossi[xiii], conosco la forza del tuo odio per lui. Non hai segreti per me…”

“T-Tu…” dice fremente di rabbia Cargill “Sta fuori dalla mia testa!!” e si scaglia nuovamente contro la ninja. All’ultimo istante però, con gran sorpresa di Betsy, la evita per raggiungere il corpo incatenato al muro di Gambit ed intrappolargli la testa in una presa di wrestling.

“E così credi di sapere tutto di me… Quanto siete presuntuosi voi X-Men! Così sicuri all’interno del sogno di Xavier da non vedere la realtà del mondo che vi circonda!! I mutanti stanno soffrendo, stanno morendo in ogni parte del globo, cacciati da quegli esseri umani che vi vantate tanto di voler proteggere! Siete solo stupidi moralisti che credono che con le parole si possa cambiare tutto!! E’ questa la vostra debolezza! Ed è questo che mi farà vincere adesso… Ti do cinque secondi per arrenderti. Se non ti consegnerai spontaneamente a me spezzerò il collo a questo schifoso traditore della sua razza!”

Betsy lancia un’occhiata prima al viso sofferente di Gambit, poi a Cargill, la cui espressione fa chiaramente capire che non sta affatto scherzando. Ricambiando la sua occhiata con uno sguardo trionfante, l’accolita esclama:

“Ti ho battuta, X-Man!”

 

Qualche piano più sopra, Magneto e Cable si fronteggiano.

“Dimmi, Cable: stai con gli X-Men solo per imparare ad usare i tuoi poteri o c’è dell’altro? Non eri tu che dicevi che i metodi di Charles era troppo passivi? C’entra qualcosa forse la morte di tuo padre?”

“Non ho mai detto che approvo completamente i metodi del Professor X, Magneto. Ma di sicuro seguo i suoi ideali.”

“Ideali? Ho visto a cosa portano quegli ideali! Portano dei ragazzini come Douglas Ramsey a morire per colpa del loro codice genetico! Portano ad agire in ritardo, a cercare di compiacere l’opinione pubblica spacciandosi per eroi mentre la nostra gente continua a morire!”

“Qual è la risposta, allora? La guerra totale? Sfidare il mondo intero sapendo perfettamente che accoglieranno la sfida? Ti potrei anche dare ragione in certi punti, Magneto, forse Xavier ripone troppa fiducia nell’animo umano…”

Mentre parlano, Nightcrawler tenta di nuovo di teletrasportarsi alle spalle di Magneto. Stavolta però la nuvola di zolfo non ricompare, e Kurt resta intrappolato in una sorta di dimensione di transizione, apparendo quasi come un fantasma.

“Ti avevo avvertito, Wagner!”

“Cosa gli hai fatto?”

“Semplice, ho bloccato il flusso elettromagnetico che apre i portali di teletrasporto. Resterà bloccato lì quanto mi aggrada. Possiamo riprendere la nostra discussione. Concordi che Charles è un’illuso, allora?”

“Non ho detto questo! Il fatto è che i metodi che usa sono troppo morbidi…”

“Cable, non ci sono vie di mezzo! O fai la parte dell’agnellino come Charles, sperando inutilmente nella compassione degli umani, oppure tiri fuori gli artigli e ti unisci alle mie tigri! Hai mai visto un agnello tirare fuori i denti?”

“Tu sei un guerrafondaio, Magneto!”

“Guerrafondaio? Forse lo sono stato, ma oramai ho ottenuto quello che volevo, una patria per la nostra gente. È forse un crimine difendersi da quelle forze esterne che vorrebbero distruggerci?”

“Se cercassi il dialogo, invece? È evidente che vedono Genosha come una minaccia, sta a te fargli cambiare idea.”

“Possono pensare quello che vogliono. Io e la mia Confraternita siamo pronti a rispondere a qualsiasi atto perpetrato contro Genosha e la razza mutante nella sua globalità! Ma ora basta, questa discussione mi ha stancato!”

Magneto dirige una scarica verso Cable, il quale si ripara a fatica dietro uno scudo telecinetico. Le forze in gioco sono devastanti.

 

Contemporaneamente.

Rogue sta volando in avanscoperta verso il luogo nella montagna indicatogli da Havok, che è tenuto in braccio da un Arcangelo che la segue a qualche decina di metri di distanza. Una volta arrivata in prossimità del terreno alcuni massi si aprono e da essi escono fuori dei laser che iniziano a far fuoco sui tre.

“Havok!” grida Rogue evitando le prime raffiche “Pensa tu ai laser! Io vado alla radice del problema!!” e senza pensarci due volta si getta contro la parete della montagna, che sotto il peso della sua azione si sfonda come burro rivelando il laboratorio iper tecnologico che vi si nasconde all’interno. Nello stesso tempo Arcangelo è impegnato a schivare le altre raffiche, mentre i raggi al plasma di Havok colpiscono i proiettori da cui sono emessi. Quindi entrambi si infilano nella spaccatura creata da Rogue, in tempo per vederla combattere come una forza della natura contro una miriade di mutati al servizio dello Sugar Man.

“Rogue, faccia a terra!” grida Havok subito prima di sparare una raffica che tramortisce l’energumeno viola che stava per colpirla alle spalle.

“A buon rendere, Havok!” esclama Rogue di rimando, e poi piazza un pugno al mutaforma che la sta attaccando. Questo viene scagliato indietro, ma fa in tempo a strappar via un guanto alla ragazza. La sua prima reazione è di coprirsi in qualche modo la mano con qualcosa, ma è solo un riflesso condizionato di qualche istante. Subito dopo infatti si rende conto che dopo l’attacco del Re delle Ombre a villa Xavier[xiv] ha scoperto di poter controllare il proprio potere, e che quindi adesso può toccare tranquillamente chiunque senza la paura di rubargli energia vitale, poteri e ricordi. Quasi si rimprovera per aver messo ugualmente i guanti uscendo in missione, mentre spavaldamente piazza un pugno in fronte ad un mutato rettiliforme con la mano nuda. La reazione è istantanea. Mentre il mutato viene sbalzato indietro, la pelle di Rogue comincia a contrarsi ed un flusso di ricordi si riversa all’interno della sua memoria.

“Magneto… Magneto ci ha sempre ingannato! Sugar Man ha la cura!! Lode a Sugar Man!” comincia a gridare in preda ad un attacco isterico. Poco più in là Arcangelo e Havok stanno respingendo altri mutati, quando entrambi si accorgono della condizione di Rogue.

“Coprimi le spalle!” grida Warren ad Alex “Vado io!” e, protetto dalle raffiche al plasma del compagno, raggiunge la ragazza e la prende per le spalle cominciando a scuoterla.

“Rogue! Torna in te!! Torna fra noi!!”

La ragazza, il cui viso è ormai diventato qualcosa a metà tra un volto umano e quello di un serpente, guarda negli occhi Arcangelo e, mentre grosse lacrime iniziano a colarle sulle guance, comincia a farfugliare:

“No… io… io lo controllavo! Lo controllavo!!! Perché Warren…. Perché?!”

Arcangelo abbraccia Rogue e poggia la sua testa sulla propria spalla, stando attento che la propria pelle non entri in contatto con la sua. Poi dice:

“Shhh… Va tutto bene piccola. Risolveremo anche questa… Ora sii forte…” e con le dita, coperte dai guanti, le asciuga le lacrime dagli occhi, mentre il suo viso riprende sembianze normali. Lei tira su con il naso una volta, poi si passa il palmo della mano sugli occhi e quando guarda di nuovo il compagno il suo volto è tornato quello della dura x man di sempre.

“Devo essere forte…” dice a bassa voce. Poi si volta verso Alex Summers e grida “Havok, occupati tu di loro! Io vado a catturare lo Sugar Man!”

Havok mostra il pollice all’insù, quindi abbassa gli occhiali a specchio sugli occhi e comincia ad emettere raffiche al plasma devastanti verso la folla di mutati che lo sta attaccando. Rogue si volta verso Warren e dice:

“Il contatto con il mutato mi ha rivelato dove si nasconde lo Sugar Man. Vado a prenderlo.” ed imbocca velocemente un corridoio. Warren osserva per un istante Havok cavarsela a meraviglia contro l’orda di mutati, quindi spicca il volo verso il corridoio in cui è entrata Rogue. Nelle sue condizioni non è prudente farla andare da sola. Sconvolta com’è, non si sa cosa potrebbe combinare.

 

Il cielo sopra Genosha si sta facendo nuvoloso. Mentre secondi prima era chiaro ed azzurro, adesso le nubi si addensano cariche di elettricità, come a voler presagire qualcosa di grande. Da una piccola finestra situata ad una ventina di metri sulla scogliera, intenta a decidere se cedere o no al ricatto di Cargill, Betsy si accorge dell’improvviso cambiamento atmosferico, e sorride.

“Il tempo è scaduto, x man! Allora, cosa scegli: la tua vita o quella di Gambit?”

“Non… non pensare a me, chéri.” riesce a biascicare Remy, nonostante la presa di Cargill “Non ne valgo… la pena…”

“Sì,” risponde Psylocke “hai ragione.” e con un lampo fucsia lancia un colpo psichico verso Gambit stesso, che colpito in pieno urla di dolore e sviene. Betsy Braddock fa la sua mossa un istante dopo. Approfittando della distrazione di Cargill salta verso di lei e prendendola per la collottola la scaglia contro la porta della cella, quindi urla:

“Tempesta, a te!”

Con il fragore di mille tuoni la porta va in pezzi sotto l’azione di altrettanti fulmini. Dietro di essa Tempesta si sta librando a mezz’aria, sorretta da un ciclone artico che ha evocato e che ora usa per scagliare Cargill contro il muro della cella che dà sulla scogliera. Sotto la pressione di questi violentissimi venti e della invulnerabile accolita il muro va in frantumi, e Cargill crolla nell’oceano. Tutto questo senza che una minima scheggia di legno o di roccia colpisca Psylocke, Gambit e il quasi defunto Maverick.

“Complimenti, Ororo!” esclama Betsy piuttosto colpita “Cosa ti è successo?!”

“Stavo male. Ora sto meglio.” è la risposta di Ororo. Quindi entrambe si avvicinano a Gambit, che si sta riprendendo dalla presa di Cargill.

“Tutto bene, Remy?” chiede Tempesta porgendogli la mano. Gambit guarda in alto, e vede entrambe le x man vestite una con il costume blu da ninja e l’altra con un costume simile ma nero e ugualmente molto scollato. Quindi con un gigantesco sorriso risponde:

“Non potrei stare meglio…”

 

Nel laboratorio dello Sugar Man.

“Anf anf…” sta ansimando un grosso bestione con una gigantesca testa e quattro braccia, due delle quali spuntano da sopra le orecchie, mentre armeggia con una grossa consolle nel tentativo di respingere l’invasione dei tre x men al suo laboratorio.

“Sugar Man!” grida una voce alle sue spalle. Femminile, forte, dallo spiccato accento degli Stati Uniti meridionali “Il tuo regno è finito ancora prima di cominciare!” ed impulsivamente si getta contro di lui. Poco prima di raggiungerlo però viene fermata da una barriera di energia invisibile, che la blocca a mezz’aria e con una forte scarica rossa la fa svenire.

“Eheh… anf anf…” ridacchia lo Sugar Man mentre con un pulsante rimuove la barriera e si avvicina a Rogue “Macosaabbiamoqui… unadolcesignorinaamericana…”  e abbassandosi sulla mutante la prende per i capelli “Sìsì… sarai un’ottimacavia…”

“Lasciala, mostro”

Lo Sugar Man alza lo sguardo verso la direzione da cui proviene la voce: Arcangelo sta volando a mezz’aria, fuori dalla sua portata, e tra le mani stringe uno dei fucili tecnologici dei mutati, puntato verso il suo testone.

“Eheheh… sennò cheffai…? Vuoi davverosparare ad un mutantetuosimile disarmato…?”

Arcangelo toglie la sicura al fucile con un <clac>.

“Staibluffando…” dice lo Sugar Man, questa volta con un fondo di paura nella voce.

BANG!

Contrariamente alle aspettative di Arcangelo, che aveva regolato la forza del laser al minimo, in modo da stordire solamente il suo nemico, la testa dello Sugar Man esplode in mille pezzi.

Oh, mer… impreca mentalmente Warren, quando si accorge che Rogue si sta muovendo. Come un fulmine plana su di lei e alzandole la testa tra le mani chiede:

“Hey Rogue, ci sei?”

In quel momento qualcosa si muove dietro Arcangelo. All’inizio è un corpicino piccolissimo, delle dimensioni di una zecca, ma poco a poco comincia ad assorbire tutti i tessuti e i fluidi usciti fuori dal corpo dello Sugar Man. Quando il processo è finito, dietro Warren c’è un nuovo Sugar Man, mentre il pavimento è totalmente ripulito dalla sua carcassa. Arcangelo si accorge della sua presenza all’ultimo secondo e fa per scappare, ma non riesce ad evitare la lingua affilata del mostro, che però invece di trafiggergli il cuore gli fa un buco sulla spalla sinistra. La fitta di dolore è acutissima, ma nonostante questo Arcangelo riesce a spiccare ugualmente il volo.

“Ti ho fatto in mille pezzi!” grida “Non puoi essere ancora vivo!”

“Vivononvivo…” ansima lo Sugar Man afferrandogli con la lingua una caviglia e scagliandolo sulla parete opposta “Questione dipuntidivista…”

Arcangelo assorbe l’impatto come ha imparato a fare in anni di militanza all’interno degli X-Men, e, sebbene il dolore della spalla già ferita sia insopportabile, riesce a trovare la forza per dare uno strattone con la gamba e liberarsi della lingua di Sugar Man. Poi vola in picchiata verso Rogue, ancora distesa ai suoi piedi, e la prende in braccio sottraendola al mostro. Quindi comincia a volare in direzione del pannello principale schivando la lingua del suo rivale scagliata avanti e indietro come una frusta. Quando lo raggiunge, preme con forza il pulsante della barriera energetica proprio mentre la lingua lo sta raggiungendo. La barriera tra lui e lo Sugar Man si riattiva, tagliando a metà la lingua del mostro che prende ad urlare in modo disumano. Nello stesso tempo Warren ha anche sigillato l’altra entrata alla stanza, intrappolando il mostro nel suo stesso laboratorio. Quindi poggia delicatamente Rogue al suolo e comincia ad armeggiare con la consolle per scovare i dati sulla cura del Legacy. Quando finalmente li trova, preme il pulsante di Invio e sui pannelli compaiono pagine e pagine di testo scritto. Il problema è che il carattere usato non è niente di conosciuto, non sembra nemmeno terrestre. Per qualunque umano sarebbe difficile dare un senso a quelle scritte, ma Warren Worthington III non è un umano qualunque (non è nemmeno umano, a dirla tutta…), ed è per questo che sfruttando il legame psichico con la sua ragazza e compagna negli X-Men, Psylocke, le comunica telepaticamente:

*Betsy? Abbiamo un problema…*

*Dimmi tutto Warren*

*Ho trovato i dati del virus Legacy, ma sono in Askani. E non ce lo insegnavano a scuola…*

*Va bene. Andiamo a chiamare Cable allora*

*Andiamo? Com’è andato il salvataggio?*

*Bene. Qui con me ci sono Gambit, Tempesta e…*

*Tempesta?! Questa sì che è una sorpresa!*

*…e Maverick, ridotto malissimo. Se non c’è altro chiuderei la conversazione.*

*Solo che quando finirà questa storia vorrei prendermi un periodo di pausa con te. Ti va un soggiorno in Connecticut?*

*Va bene, Warren. Chiudo il contatto*

*Ti amo*

*Sì, lo so…*

E la comunicazione telepatica si interrompe.

 

“Muoviamoci, dobbiamo assolutamente recuperare Cable e riunirci agli altri. Hanno trovato la cura per il Legacy, ma a quanto pare solo Cable può decifrare i dati!”

Tempesta è colpita dalla frase pronunciata dalla compagna.

“Cura per il Legacy? Che storia è questa?”

Remy dà un’occhiata a Maverick. “Per cosa credi che fossi finito qui? Maverick sta morendo per il Legacy…. Betsy, portaci da Cable in fretta!”

“Non sarà facile! Da quanto percepisco, si sta battendo contro Magneto in persona!”

Remy alza lo sguardo. “Dannazione, ci penso io!” ed inizia a correre nella direzione dello scontro. “Aspetta, vengo con te! Betsy, porta al sicuro Maverick!” Tempesta lo segue a ruota, mentre Betsy si teleporta insieme al mutante tedesco.

La battaglia tra Cable e Magneto infuria. Scariche magnetiche e telecinetiche si scontrano in esplosioni di energia. Ad un certo punto un fulmine attira l’attenzione dei due. Con una capriola, Gambit si frappone tra i due sfidanti!

“Basta così! Gli altri X-Men hanno trovato quello per cui ero venuto, la cura per il Legacy!”

Cable è stremato, e guarda stupefatto Remy.

“La cura per il Legacy? Qui?”

“Esatto, ma a quanto pare per svilupparla bisogna seguire delle istruzioni Askani. I dati di Zero, ricordi? Devi assolutamente raggiungere gli altri!”

Magneto schiocca le dita, liberando Nightcrawler dalla sua condizione di transizione.

“ARRRGGHHH! Mein Gott, mi viene da vomitare.”

“Vi posso portare nel laboratorio di Sugar Man immediatamente, X-Men.”

Tempesta rivolge a Magneto uno sguardo interrogatorio.

“Tu sapevi di Sugar Man?”

“Nulla succede a Genosha senza che io ne sia a conoscenza. Il ministro Moreau è scappato da quello stesso laboratorio mesi fa. Ma attaccare i sostenitori di Sugar Man avrebbe voluto dire scatenare una guerra civile, ho preferito che foste voi a compiere il lavoro sporco. Ora andiamo, per ogni istante che perdiamo qui, altri mutanti soffrono!”

Una bolla magnetica avvolge i presenti, sollevandoli nell’alto del cielo genoshano e portandoli in pochi istanti nei monti dove si trova il laboratorio. Il potere di Magneto apre un grande squarcio nella roccia, depositando Cable, Gambit, Tempesta e Nightcrawler all’interno. Mentre Cable si mette al lavoro, la stanza dove è rinchiuso Sugar Man si inizia a deformare. Le urla del mostro raggelano tutti i presenti.

“Ecco la punizione per coloro che cercano di attentare all’unità di Genosha!” esclama Magneto mentre scaraventa Sugar Man ben oltre l’atmosfera terrestre. “X-Men, ho tollerato la vostra presenza solo perché necessario! Un volta che la cura sarà sviluppata, mi impegno a distribuirla gratuitamente a tutti i malati!”

Poi lo sguardo di Magneto si posa su Havok. “Summers, anche il tuo tradimento non è mai stato un tradimento. Ringrazia che ti lascio vivere, ma non mettere mai più piede a Genosha. In quanto a te, LeBeau…”

Gambit lo guarda con aria di sfida. Magneto evita di guardarlo in faccia.

“…forse ho commesso un errore di valutazione. Hai reso un grande servizio a Genosha ed a tutta la razza mutante. Senza di te forse non avremmo mai scoperto questa cura. Sei libero di andartene.”

“Merci, Maggie!”

“Ci sono!” l’esclamazione di Cable attira l’attenzione di tutti i presenti. “Sugar Man (o chi per lui) aveva già individuato tutti i componenti che somministrati insieme curano il virus, ma non conosceva i dosaggi. Se quel che c’è scritto qui è vero, allora questo” dice mostrando una siringa “dovrebbe essere l’antidoto!”

“C’è solo un modo per scoprirlo, mon amì!” Gambit afferra la siringa ed inietta il siero a Maverick.

“Allora soldato, come ti senti?”

“Coff-coff… sento che sta facendo effetto… riesco di nuovo a muovermi!”

“Molto bene, X-Men. Ora andatevene da Genosha e non tornate!” sentenzia Magneto mentre un dischetto con la copia della formula del Legacy fluttua verso di lui.

Un portale di teletrasporto si apre, e gli X-Men, con Maverick, vi entrano.

 

Australia. Gateway continua a far roteare il suo bolo imperturbabile, ma una volta che passa Tempesta qualcosa nella sua espressione cambia. Una volta che tutti hanno oltrepassato il portale, Cable inizia a parlare agli altri.

“Non so che pensare della missione odierna. Senza dubbio abbiamo ottenuto un grande risultato, ma ho l’impressione che Magneto ci abbia usati. Ad ogni modo, se volete restare con noi, Ororo, Alex, e anche tu, Remy, siete i benvenuti.”

Ororo è la prima a parlare.

“Sono tornata apposta. La mia breve permanenza in Africa mi ha fatto capire molte cose.”

“Sono molto contento, Ororo. E tu, Alex?”

“Beh, ora come ora non ho tanti posti dove andare… Anche se questo posto non mi ispira tanti bei ricordi, direi che potrei restare.”

“Remy?”

Gambit si accende una sigaretta. “Moi? Non ero stato cacciato?”

“Diciamo che le tue ultime azioni mi hanno fatto cambiare idea…”

“Non lo so, mon amì. Non ti assicuro di essere sempre presente… Ho degli affari personali, se sei disposto a sopportarlo, tres bien!”

Maverick si rialza. “LeBeau, sono in debito con te. Provvederò a portare la cura all’OMS. Vi garantisco che nel giro di tre settimane sarà disponibile in tutti gli ambulatori del mondo! Arrivederci X-Men, ci rivedremo.” Gateway apre un portale alle spalle di Maverick, che ricompare in Germania.

Nella base australiana, Rogue si interroga sul motivo per cui non riesce ancora a controllare i suoi poteri…

 

 

Fine

 

Note dell'Autore:

Si è conclusa su questo episodio extra-large la trama del virus Legacy. Nonostante non sia morto nessuno, ora la cura è stata diffusa nel mondo. Vi ricordo che si è detto spesso che la chiave per poter sconfiggere il virus risiedeva in Cable, ed alla fine è stato così, anche se non è certo quello che avevano in mente Lobdell e compagni… ma visto che nemmeno lo stesso Lobdell ne ha tenuto conto, credo proprio non sapremo mai quali erano le intenzioni originali (se ce ne erano). Ricordo inoltre che lo Sugar Man era la vera mente dietro la creazione dei mutati genoshani, come rivelato sulle storie di Excalibur e Cable immediatamente successive all’Era di Apocalisse. Ad ogni modo, un grazie caloroso al valoroso Sergio che, in questo e per i prossimi quattro episodi, assume il manto di coscrittore, abbandonato da Mickey tre numeri or sono! Ne vedrete delle belle!

 

 

 


Gambit # 7

IL DESTINO DI UNA NAZIONE

di Tobia Brunello

 

Odio questa città! Odio il suo odore, la sua dannata pioggia fetida che va e viene a piacimento, la luce tremolante dei fuochi accesi per strada. E soprattutto odio tutto questo rumore, il vociare continuo e assordante della gente, e questa musica. Musica suonata da alcuni musicisti erranti, musica piena di dolore e rimpianti dei tempi passati. Odio Doomstadt! Mi chiamo Remy LeBeau, anche se sono in molti a conoscermi come Gambit. Ladro di professione, X-Man per vocazione. Sono qui per un lavoro. Devo fermare due mercenari, i Mengo Brothers. Li ho già incontrati in passato, sia come avversari che come alleati. Qualcuno mi ha contattato attraverso il Corriere, dandomi due compiti precisi: recuperare la matrice della piattaforma temporale dal castello del Dottor Destino e sventare l’omicidio dell’autoproclamatosi nuovo sovrano di Latveria, Stryfe[xv]. Non è certo una persona per cui vado pazzo, ma un lavoro è un lavoro, ed in ogni caso impedire un omicidio a sangue freddo non farà male alla mia coscienza. Sono all’interno di una casa diroccata in uno dei viali principali di Doomstadt. Nella stanza accanto ci sono Stan e Greg, i Mengo Brothers. Questa parte dell’informazione che mi ha passato il Corriere è giusta, allora è probabile che tutto quel che mi ha riferito sia vero. E cioè che hanno un mortaio al plasma targato AIM tanto potente da ridurre in macerie tutto questo quartiere, non appena Stryfe passerà per questa strada in una delle sue pochissime uscite pubbliche. Con uno sguardo, faccio saltare la porta ed entro dentro con una capriola. Non voglio fare del male a Stan e Greg, in teoria sono ancora in debito con loro. Ma si sa, in questo campo l’onore è un lusso che non ci si può concedere. Sono pronto ad esordire con una delle mie solite frasi sarcastiche, quando noto che la stanza ora è vuota. Non faccio a tempo a pensare di voltarmi che sento un arma, una grossa arma, appoggiata alla mia nuca.

“LeBeau. Dovresti imparare a schermare i tuoi pensieri in queste situazioni, sai?”

Impossibile! Nessun telepate è mai riuscito a percepire i miei pensieri! Ad ogni modo, ho riconosciuto la voce alle mie spalle. A quanto pare è il mio caro compagno di squadra Cable. Ma come diavolo è arrivato a Doomstadt? Oh, beh, potrebbe farsi anche lui la stessa domanda…

 

Il giorno prima. Parigi. Un bistrot poco distante dall’Arco di Trionfo. Il Corriere, nota come Jacqueline Gavin quando utilizza la sua forma femminile, è seduta ad un tavolino, gustandosi la sua colazione e leggendo il giornale. L’odore di una sigaretta lo mette in allerta.

“Eccoti qui, finalmente. Ho fatto bene a prendere il tavolino all’aperto, dentro non ti avrebbero lasciato fumare…”

Remy LeBeau si siede di fronte a lui, abbassando leggermente gli occhiali scuri.

 “Cosa ti succede? Diventi donna e inizi a recitarne anche la parte?”

“Ridi, ridi… Ti ho chiamato qui perché ci sono due persone che mi hanno chiesto di contattarti. Hanno delle proposte da farti.”

“E chi sarebbero?”

“Una la conosci, Sekhmet Conoway, l’archeologa…”

“Cosa vuole?”

“Non me l’ha detto, vuole parlarti di persona.”

“E l’altra?”

“L’altra non mi ha detto il suo nome, ma mi ha dato un piccolo acconto.”

Mettendoci in mezzo una busta di carta, il Corriere passa il giornale a Remy. Con fare indifferente, il cajun finge di aprirlo ed esamina il contenuto della busta. Il suo viso non tradisce alcuna emozione, ma il Corriere nota il suo respiro bloccarsi per un paio di secondi.

“Già, è proprio una bella cifra. Non credere che la mia percentuale sia tanto bassa. E mi ha assicurato che non ci sarà nulla di illegale in questa missione!”

“E cosa dovrei fare?”

“Dimmi un po’, ti va di tornare a Latveria?”

 

Doomstadt, capitale della Latveria. Due mendicanti, coperti da stracci che impediscono di riconoscerli, passeggiano per le strade in rovina della città. I due si infilano in una bettola, dirigendosi con passo spedito verso un tavolo dove due loschi figuri sono intenti a dimostrare a delle poco avvenenti signorine la loro capacità di reggere il vino latveriano.

“I Mengo Brothers?” chiede il più massiccio dei due mendicanti.

“E chi vuole sapere?

Il mendicante si cala il cappuccio, e sulla faccia dei Mengo Brothers si forma un’espressione di terrore.

“L’Invasore!!! A morte!!!”

“Fermi!” Un fulmine viene scagliato sul tavolo dalla seconda figura avvolta di stracci.

“Non c’è tempo per spiegarvi tutto a parole, così sarà molto più semplice!”. Con questa affermazione, l’occhio del primo mendicante si illumina, mentre i Mengo Brothers si portano le mani alle tempie.

“Tu… il clone dell’Invasore?”

“Non proprio. Lui è il mio clone. Io mi chiamo Cable, lei è Tempesta. Dei miei… amici, il clan Fortunov[xvi], mi ha detto che siete le persone più adatte per intraprendere un’azione radicale contro Stryfe.”

“Eliminare l’invasore? Hai il vostro aiuto!”

“ ‘Il nostro aiuto’, Stan! Deficiente!”

 

Così a quanto pare è così che ci siamo ritrovati a Latveria. Chissà come, ma a quanto pare la mia mente non presenta problemi per Cable, e così ha potuto estrarre le informazioni che gli servivano direttamente dal mio cervello. Almeno è stato onesto, e mi ha “detto” come mai lui si trova qui. Ora, se solo si decidesse a togliere quel fucile dalla mia nuca. Una raffica di vento ci fa cadere entrambi a terra. Ah, la mia adorata Tempestina a quanto pare ci tiene ancora a questo cajun…

“Smettetela di comportarvi da bambini, voi due!”

“Beh, Tempestina, vedo che hai deciso di fare la babysitter, eh?”

“Non scherzare, Remy. Cosa ci fai qui?”

“Lavoro, ma belle! Sai bene che noi ladri finiamo sempre nei posti più impensabili.”

“LeBeau! Cosa diavolo volere questa volta?”

Ah, Stan e Greg hanno deciso di uscire dall’ombra. Quei due zucconi latveriani hanno sempre avuto grossi problemi con la grammatica…

“Anche io sono contento di rivedervi, mes amìs. Ora che siamo tutti riuniti, che ne dite di calmarvi e parlare un attimo, non?”

Basta uno sguardo di Tempesta e Cable smette di spingermi quel grosso fucilone contro la nuca. Mai amato le armi da fuoco, non posso farci niente. Sono un ladro, non un assassino.

“A quanto pare volete rovesciare Stryfe, eh? Beh, mi spiace dirvelo, ma potrebbe essere molto più complicato di quello che pensate…”

Cable si fa ombroso. “Non c’è nulla di complicato, LeBeau. Stryfe è una mia responsabilità, e la sistemerò personalmente.”

“C’è un problema! L’hai già sistemato, Cable. E non puoi sistemare la stessa persona due volte!”

“Cosa stai dicendo, Remy?”

“Ripensaci un attimo, Ororo. Anche tu, Cable, eri qui quando Stryfe è apparso, non?”

“Sì, ma…”

“Chi diavolo era che lo accompagnava?”

“I Cavalieri Oscuri… Un momento!”

“Esatto! Quei Cavalieri Oscuri erano già morti! E soprattutto, non erano da tempo al servizio di Stryfe!”

“E questo vorrebbe dire…”

“Vuol dire, Tempestina, che quello Stryfe proviene dal passato. Credo da un periodo di poco predente all’attentato a Xavier[xvii]. E dobbiamo rimandarlo lì! Altrimenti la nostra linea temporale rischia di collassare…”

“Anche i Cavalieri Oscuri, allora.”

“No, credo che tutto dipenda dalle energie cronali di cui è saturo Stryfe. Non chiedermi di spiegarti per filo e per segno queste questioni, ma la presenza dei Cavalieri Oscuri è ininfluente. È Stryfe il vero problema.”

“E tu come fai a sapere queste cose, LeBeau?”

“Beh, caro il mio Cable, il mio cliente è molto informato su queste questioni.”

“E chi sarebbe questo cliente?”

“Qualcuno che ci tiene molto alla privacy. E credo che, qualunque cosa voglia, non possa essere peggio di quello che sta già vivendo questa gente, non è vero Stan? Greg?”

“Gambit è ragione! Prima di tutto abbiamo da cacciare l’Invasore!”

Mon Dieu, una volta che tutto questo sarà finito, gli regalerò un bel corso di inglese per corrispondenza…

“Ad ogni modo, mes amis, il mio lavoro consiste nel rubare la matrice della macchina del Tempo di Destino da castello…”

“La macchina è inutilizzabile, lo so per certo. L’ho distrutta io[xviii].”

“Mi pare strano, visto che in seguito l’ho usata pure io! Mi sorprende che proprio tu, Cable, non ti renda conto che una piattaforma temporale non può essere distrutta. È solo un buco nel tessuto spazio-temporale. Il macchinario che la controlla può essere danneggiato, o l’anomalia eliminata, ma anche senza controlli e mancanza di rivestimento gravimetrico e scivolo di trasporto è come una fascia elastica, prima o poi torna dove era comparsa!”

“Come diavolo fai a sapere tutte queste cose, Remy?”

“Al di là di questa faccia incredibilmente seducente si nasconde un cervello, mia cara Tempestina!” A quanto pare mi è servito ascoltare quello che mi spiegò Sekhmet in quell’occasione[xix].

Cable è visibilmente perplesso. Credo di aver fatto fare un’altra figuraccia a quel vecchio trombone.

“Uhmmm… Eppure Nathaniel Richards mi assicurò…”

“Certo, in teoria Stryfe non potrebbe usare la piattaforma temporale, a meno che non abbia una matrice di controllo…”

“Ce l’ha. Questo è poco ma sicuro…”

“Infatti le informazioni in mio possesso si basano proprio su questo. Devo rubare assolutamente la matrice di controllo. Il mio committente mi assicura che una volta che la matrice di controllo sarà in mano sua Stryfe non costituirà più un problema.”

“LeBeau. Stryfe è una mia responsabilità. Dammi tutte le informazioni in tuo possesso e lasciami compiere questa missione.”

“No, Nathan. Ormai siamo tutti qui, se quel che Gambit ha detto è vero, la nostra è una missione molto complicata, e ci sarà bisogno dell’aiuto di tutti.”

“Ororo…”

“Ne abbiamo già parlato. Sei un X-Man ora, Nathan. Devi imparare a fidarti di noi. Questa non è una minaccia che puoi affrontare da solo: Stryfe ha dalla sua parte i Cavalieri Oscuri e i Doombot di Destino. Non puoi farcela.”

“Ben detto Tempestina. Credo che solo io e te saremmo in grado di rubare la matrice di controllo senza farci notare.

“Come ai vecchi tempi, Remy? Io e te a rubare nei castelli dei potenti!”

Vecchi tempi? Me li ricordo i vecchi tempi Ororo, quando eri regredita al corpo di una bambina per mano della Tata[xx]… Ma ti avevo già conosciuta da bambina. Ringrazio il cielo che non te lo ricordi[xxi]

 

Il piano è deciso ed entriamo in azione: io e Tempesta entreremo di soppiatto e cercheremo di raggiungere i sotterranei, mentre Cable e i Mengo Brothers attaccheranno il castello frontalmente. Certo, non andranno allo sbaraglio, saranno abbastanza furtivi da non sembrare un’esca, ma ovviamente verranno individuati. E conoscendo Stryfe, non perderà l’occasione di eliminare il suo “lato buono”! Nel frattempo, siamo già nei pressi del condotto per la ventilazione. L’ho già usato una volta per penetrare nel Castello. Un buon ladro non ripercorre i suoi passi, ma al momento non mi viene in mente nessun’altra strada. Speriamo in bene.

“Prego, Madame!”

“Un vero cavaliere, eh, Remy?”

Ororo si incunea nello stretto condotto,la seguo a ruota e non posso fare altro che lodare il gusto stilistico dei wakandiani! Quel costume le fa un gran bel… Un secondo! Che cos’è questo odore… Oh mon Dieu!

“Ororo! Il gas ètossico!”

Le basta un solo sorriso e un cenno della mano per creare una corrente d’aria respirabile. Come si può non amare una donna del genere?

Finalmente arriviamo nei sotterranei del Castello.

“La piattaforma temporale dovrebbe essere in questa direzione… Aspetta! Ci sono dei rilevatori di calore.”

“È un gioco da ragazzi circondarci con una corrente d’aria che nasconda la nostra temperatura, piuttosto sono quei sensori di movimento che mi preoccupano Remy.”

Con un solo sguardo, carico i sensori di energia cinetica quanto basta per mandarli in corto circuito per qualche istante. Sto davvero diventando sempre più bravo nell’utilizzare i miei poteri.

“Allora? Facciamo o no una coppia perfetta?”

La risposta di Ororo è un sorriso tanto seducente quanto enigmatico. Mentre ci dirigiamo verso la nostra destinazione, Cable ci contatta telepaticamente.

*Tempesta! Gambit! La situazione qua fuori sta precipitando: siamo attorniati da Doombot e dai Cavalieri Oscuri. Ho steso per primo Hard-drive, che era collegato con i sistemi di difesa del castello, così non dovrebbero rendersi conto della vostra intrusione. Greg e Stan stanno tenendo a bada Barrage e Foxbat, mentre io sto fronteggiando Zanne e Psinapsi. Dannazione, quell’Inumano sta disturbando la mia telepat…*

Finalmente arriviamo alla stanza dove è custodita la macchina del tempo. Ripensando alla comunicazione di Cable, mi sembra che mancasse un Cavaliere Oscuro all’appello… Un colpo di fucile al plasma mi provoca un bel buco nell’impermeabile e conferma i miei sospetti! Guanto, il cecchino dei Cavalieri Oscuri! Afferro Tempesta e con una capriola ci proiettiamo dietro ad una consolle. Dovunque sia nascosto, non dovrebbe riuscire a colpirci.

“Merde! Siamo bloccati. Ci tiene sotto tiro.”

“Potrei creare una nebbia che ci nasconda…”

“No, con infrarossi o sensori di movimento o chissà che diavoleria ci potrebbe colpire… Dobbiamo scoprire dov’è.”

Ororo si slaccia il mantello e lo tiene sospeso in aria.

“Togliti l’impermeabile, Remy. Stai attento. Userò i nostri indumenti come esca, non appena vedrai partire lo sparo, fallo saltare in aria.”

Con una ventata improvvisa, i due lunghi abiti partono in avanti. Come previsto, due colpi di fucile vengono sparati da una bocchetta per l’areazione. Ingegnoso, ma mi basta posare lo sguardo per far saltare tutto in aria.

Tempesta scatta verso la matrice di controllo temporale e riesce ad afferrarla, quando viene bloccata a mezz’aria. Una figura con un grosso mantello entra a passi regolari nella stanza.

“Complimenti, X-Men. Un bel piano, realizzato in maniera esemplare. Ma la pianificazione non conta nulla contro il Signore del Caos!”

Stryfe! Dannazione, sta andando tutto a rotoli… Tempesta mi lancia uno sguardo, e capisco cosa vuole fare… Staffetta! Genero una serie di esplosioni attorno a Stryfe, come pensavo non era a conoscenza della mia capacità di caricare le cose da lontano, e quest’attimo di smarrimento è sufficiente per permettere ad Ororo di liberarsi della stretta telecinetica il tempo necessario per lanciarmi la matrice di controllo. Buffo come questo affare simile ad un frullatore permetta di controllare i varchi spazio-temporali. Un violentissimo temporale si scatena nella sala, Tempesta mi sta dando l’opportunità di scappare. Ritornare da dove sono venuto sarebbe scontato, ed ora che ho la matrice non ho tanto bisogno di andare per il sottile. Creo un’esplosione che provoca un varco nel soffitto e con un salto sono al piano superiore. Riesco a prendere le scale (devo ringraziare il mio committente per avermi fornito la pianta del castello) e mi ritrovo al piano terra. Alla mia destra c’è una porta che dovrebbe condurmi all’esterno la apro e… Merde! Dovevo memorizzarla meglio quella mappa! Sono nel cortile interno, e come se non bastasse sono attorniato dai “cloni” di Zanne. Questi insopportabili nanetti mi assalgono da tutte le direzioni. Riesco a scagliare la matrice di controllo in un angolino del cortile, sperando di avere la possibilità di ritornare a prenderla. I nanetti malefici mi portano al cospetto di Stryfe. Ai suoi piedi, incatenati ed inermi, ci sono già Tempesta, i Mengo e Cable.

“Ah, anche l’ultimo fuggiasco è stato catturato. Stolti, credevati di potermi sconfiggere? Io sono il Signore del Caos, il Re del Tempo! Non posso essere sconfitto! Io sono…”

“Una nullità!”

A quanto pare il mio committente ha deciso di scendere in campo.

“Chi osa? Mostrati e vieni a morire!”

Un secco e cadenzato rumore metallico di passi si fa sempre più vicino.

“Stryfe, sedicente Signore del Caos… Il caos non potrà mai dominare Latveria! Solo io, Victor Von Doom, posso! È il mio inevitabile destino!”

La figura corazzata e ammantata di verde del Dottor Destino si presenta nella sala. Nella mano sinistra stringe la matrice di controllo temporale. Stryfe ha un attimo di smarrimento, poi si rivolge con fare deciso ai suoi Cavalieri Oscuri rimasti (Psinapsi, Barrage, Foxbat, Zanne ed i suoi cloni).

“Eliminatelo!”

Psinapsi assale Destino sul piano psichico. L’effetto dura solo un attimo, in cui la testa di Von Doom si proietta violentemente all’indietro. Poi, con il suo solito passo regolare, si avvicina a Psinapsi, paralizzato dalla paura, e gli afferra la faccia.

“Patetico, assolutamente patetico!”

Il pugno di Destino si chiude, frantumando il cranio del piccolo Inumano. Gli altri Cavalieri Oscuri sono come paralizzati nell’incrociare lo sguardo di Destino. Raggi di energia partono dalla mano di Destino, e colpiscono i Cavalieri Oscuri uccidendoli sul colpo. Approfittando della confusione, raggiungo i miei compagni e li libero.

Destino si avvicina a Stryfe, collegando la matrice di controllo alla sua armatura. I poteri telepatici e telecinetici del Signore del Caos non paiono avere effetti.

“Non saresti nemmeno degno dell’attenzione di Destino, patetico clone di un’aberrazione temporale. Ma la tua morte metterebbe in pericolo il tessuto stesso di questa linea temporale, quindi non mi lasci altra scelta che rimandarti da dove sei venuto!”

La matrice di controllo temporale si illumina, mentre Stryfe inizia a scomparire poco a poco.

Cable mi lancia un’occhiata che non ha bisogno di spiegazioni.

“Così il tuo cliente era Destino, eh?”

“Non accetto prediche da un ex-mercenario come te, Cable! La tua ‘soluzione’ avrebbe portato all’obliterazione di questa realtà. E per la gente di Latveria Destino è senza dubbio molto meglio di Stryfe!”

Tempesta ci divide prontamente, mentre noto che Stan e Greg sono inginocchiati da circa cinque minuti e biascicano qualche frase riverenziale in latveriano.

È Tempesta la prima a rivolgersi direttamente a Destino.

“Salve, Von Doom. Hai riottenuto la tua patria grazie a noi…”

Gli occhi di Destino, attraverso le fessure della maschera, sono terrificanti. Eppure Tempesta riesce a sostenere lo sguardo e quasi a sovrastarlo.

“Non volevo devastare la mia patria con un’inutile guerra civile. Per questo ho ritenuto utile rivolgermi ad un volgare ladro per sconfiggere Stryfe. Ora che il suo incarico è concluso, vi invito a lasciare il suolo latveriano.”

Ma tu guarda... Almeno un “grazie” poteva sprecarlo. Faccio per reagire, ma Cable mi blocca, e realizzo che per la prima volta farei meglio a ringraziarlo… Mentre un portale creato da Gateway si apre alle nostre spalle, Tempesta si rivolge per l’ultima volta a Von Doom.

“Ricorda, Destino, che è anche grazie a noi se siedi nuovamente sul trono! Se gli X-Men verranno a conoscenza di qualsiasi atto a danno della popolazione Latveriana, avrai nuovamente a che fare con noi!”

Mentre il castello di Destino si confonde con il panorama del deserto australiano, mi sembra di vedere Destino esplodere in una fragorosa risata…

 

Fine

 

 

Note dell’autore:

E così Latveria è tornata al suo solo e legittimo (insomma…) sovrano! Sinceramente, ho trovato la storia in cui Stryfe prendeva possesso di Latveria uno dei punti più bassi mai toccati dalla serie X-MAN (e ne ha avuti di infimi…), e credo che come me la pensassero un po’ tutti alla Marvel, dato che nessuno ha più ripreso la cosa. Ma se c’è una cosa che detesto più delle brutte storie, sono le storie lasciate a metà. Qualcuno doveva rimettere il Dottor Destino (uno dei criminali più carismatici della storia dei comics…), ed ho deciso di prendermi questo onore!

 



[i] Remy ha lasciato il gruppo su GLI INCREDIBILI X-MEN Marvel IT 4

[ii] Gateway ha trasportato Havok in aiuto agli X-Men su GIXM MIT 5

[iii] Havok aveva già respinto un’invasione in Australia su GLI INCREDIBILI X-MEN 39 BIS (SPECIALE X-MEN 5) Star Comics

[iv] GUERRA DEI MONDI 2, leggetelo!!!

[v] GAMBIT 3

[vi] “Sta bene, dottore?” “Credo di si… i segni vitali…” “Può uscire da questo posto?” “Si, penso di si.”

[vii] Nel secondo episodio

[viii] X-UNIVERSE: PHALANX PRELUDIO

[ix] e per PREDONI STELLARI 1

[x] GLI INCREDIBILI X-MEN Marvel Italia 80

[xi] WOLVERINE 123

[xii] X-FORCE & X-FACTOR ATTRAZIONI FATALI: PRELUDIO (MARVEL CROSSOVER 9)

[xiii] Si era accennato su X-MEN DELUXE 5 al fatto che Gambit e Joanna Cargill si conoscessero da tempo… ora ne sappiamo qualcosa di più

[xiv] GIXM MarvelIT 4, ricordate?

[xv] A partire da X-MAN & CABLE (Marvel Mix 27)

[xvi] Incontrati da Cable su X-MEN DELUXE (UNIVERSE) 35 e 37

[xvii] X-MEN DELUXE 3

[xviii] Su X-MEN UNIVERSE 37

[xix] Su GAMBIT 4 (Marvel Mix 34)

[xx] GLI INCREDIBILI X-MEN (Star Comics) 44

[xxi] A cosa si riferisce Remy? Alla miniserie TEMPESTA che potete leggere nella sezione MarvelIT Presenta!